Last updated on Settembre 25th, 2021 at 03:35 am
Nayib Armando Bukele Ortez ha quarant’anni ed è presidente di El Salvador dal 1° giugno 2019.
Uomo politico e uomo d’affari, proprietario (secondo la testata online El Faro) di numerose aziende e di un polo media nel Paese, è un leader talvolta controverso, accusato di essere accentratore e autoritario, e di isolare El Salvador sulla scena internazionale, minandone lo statuto democratico. Solo un paio di settimane fa, per decisione del presidente, El Salvador è stato il primo Paese al mondo ad adottare il bitcoin, criptovaluta al centro di grande attenzione nella comunità economica globale, quale valuta digitale a corso legale. Nelle ultime ore, The Guardian ha evidenziato di nuovo alcuni tratti del presidente salvadoregno.
Per il 2021 Bukele è stato inserito dalla rivista statunitense Time nella lista delle 100 persone più influenti del pianeta, che viene redatta e pubblicata ogni anno e che per quello in corso ha visto la presenza fra gli altri anche del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, dei duchi del Sussex Harry e Meghan, della ginnasta olimpica statunitense Simone Biles.
Di madre cristiana cattolica e padre imam musulmano, in una intervista che risale ai tempi dell’elezione alla presidenza di El Salvador Bukele affermava di sentirsi fedele a Dio, piuttosto che a una qualsiasi religione.
In El Salvador l’aborto è vietato. Secondo il Codice penale (articoli dal 133 al 139), l’interruzione volontaria della gravidanza è illegale e prevede pene detentive certe per i medici che la praticassero. Nella teoria anche le donne che vi si sottoponessero potrebbero essere condannate al carcere, benché nella realtà i giudici comminino abitualmente pene alternative e attualmente non risulti alcuna donna detenuta per tale fattispecie di reato.
Illegali sono il matrimonio fra persone dello stesso sesso e l’eutanasia.
Aborto, “matrimonio” omosessuale ed eutanasia erano fra i temi di una revisione di legge che il vicepresidente Félix Ulloa ha presentato nei giorni scorsi, una proposta di riforma costituzionale che avrebbe delegato l’Assemblea legislativa del Paese, il parlamento, per intendersi, ad apportare modifiche al diritto in vigore proprio su argomenti fondamentali e sensibili.
La questione si è risolta con un nulla di fatto. Nayib Bukele si è espresso contro la possibilità di legalizzazione dell’aborto, del “matrimonio” omosessuale e dell’eutanasia, che si volevano far passare attraverso ambiguità e sfumature delle novità legislative, ribadendo invece l’ovvio.
Vale a dire che il diritto alla vita ha inizio pieno e compiuto «[…] desde el momento de la concepción», «sin dal concepimento», ha affermato il presidente Bukele. Che il matrimonio deve mantenere «el diseño original, un hombre y una mujer», «la configurazione originaria, che prevede un uomo e una donna», ha proseguito. E infine che «eutanasia» non equivale come alcuni vogliono far credere a «morte dignitosa» e che quindi non vi è spazio per essa nella legislazione salvadoregna, ha concluso.
Ogni definizione meno che chiara, lapidaria e didascalica, pare suggerire il presidente, aprirebbe la strada a interpretazioni ambigue, che potrebbero comportare derive che il Paese, e con questo nessun Paese, non deve invece affrontare.
I Paesi iberoamericani si trovano da tempo al centro di una battaglia, specialmente per quanto riguarda l’aborto, in cui uno dei contendenti non vuole fare prigionieri, ma soltanto morti: è il caso per esempio del Messico, dell’Argentina, dell’Uruguay, dell’Ecuador, fra gli altri, in cui i movimenti cosiddetti pro-choice tentano di imporre assertivamente e attivamente l’ideologia di morte.
Mai, in nessun caso, «iFamNews» ha approvato regimi che, sotto le mentite spoglie di chi fingesse di preoccuparsi per il “bene del popolo” e dei suoi figli, abbia applicato sistemi in realtà liberticidi. E se veramente Bukele stesse conducendo El Salvador a uno statuto non democratico «iFamNews» sarebbe fieramente contraria, certa che la libertà della persona sia il bene primario da cui discendono tutti gli altri.
Epperò, se l’orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno, bisogna pur dirlo. E se i bambini innocenti nel grembo materno la scampano, anche questo bisogna pur dirlo.
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