Last updated on Agosto 24th, 2021 at 02:44 pm
Davvero interessante l’incontro tra la Federazione delle Ostetriche (FNOPO) e il ministro della Salute Roberto Speranza: sì, lo stesso che ha stipulato l’accordo per vendere alle ragazze minorenni la EllaOne, farmaco abortivo proposto come un toccasana per le donne, pazienti delle medesime ostetriche. Silvia Vaccari, presidente della FNOPO, ha definito “resiliente” e “proattiva” la professione ostetrica e la sottoscritta non può che darle ragione: le ostetriche perderanno il lavoro entro una manciata di anni, ma continuano a supporre che la loro professione non si spengerà mai. Aggiungerei, oltre alla resilienza, una cospicua dose di ottimismo. Detto questo, com’è ovvio, è stata pure proposta una più capillare diffusione dei servizi dell’area materno-infantile, con un potenziamento del lavoro consultoriale.
Non vorrei sembrare moralista, ma se le ostetriche debbono trovare corretta la diffusione di materiale informativo della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), come quello che ho personalmente fotografato in un consultorio pubblico, direi che le problematiche da affrontare sono addirittura una serie e vanno affrontate prima di implementare ulteriormente la professione ostetrica.
La SIGO riporta, per esempio, le percentuali di funzionamento di alcuni mezzi contraccettivi, usando l’indice di Pearl. Ecco cosa si evince da quel murale che dobbiamo immaginare essere affisso in tutti i consultori pubblici, e che nessuna ostetrica trova disdicevole dal punto di vista scientifico: resiliente fin troppo, mi pare.
Alla voce «metodi naturali» il manifesto riporta: «Si basano sull’astinenza periodica dai rapporti sessuali durante i giorni fecondi della donna. Diverse le metodiche utilizzate. Nel metodo Ogino-Knaus […]. Nel metodo Billings […]. È evidente la difficoltà di valutazione dello stato del muco cervicale. C’è anche chi utilizza il metodo della temperatura basale […]». Poco oltre le percentuali riportate sono «Billings 75-70%», «Ogino-Knaus 74-60%»: secondo la SIGO funziona di più il coito interrotto («90-82%»).
Tralasciando l’inclusione dei «metodi naturali di conoscenza della fertilità» fra i mezzi anticoncezionali (vi è un errore enorme di presupposti antropologici, ma rimando per questo alle note e alla bibliografia in calce), c’è da domandarsi se qualcuno, al ministero della Salute, sappia che i metodi Ogino e Knaus fossero completamente differenti [1], perché non si può proprio pensare che nessuno, alla Federazione delle Ostetriche, abbia queste informazioni di natura storica. Inoltre – e torno all’indice di Pearl, datato 1933 – mi domando se ci sia chi revisioni la letteratura scientifica sull’argomento. Basta cercare alcune informazioni su testi di facile reperimento per sapere che bisogna utilizzare le life table per valutare l’efficacia delle metodiche di controllo della fertilità (le prime risalgono al 1963) [2]. Basterebbe solo studiare la documentazione corretta per sapere che, oltre al metodo Billings [3], esistono i sintotermici (CAMeN e Rötzer) [4], il FertilityCare (che si basa sul Creighton Model) [5] e, per ultime solo per comodità, le Naprotecnologie [6].
Sarebbe perciò molto più semplice che le ostetriche, la cui proattività è riconosciuta, decidessero di rinnovarsi profondamente, magari partendo dal semplice concetto che dalla propria professionalità dipende la salute non solo della madre al momento del parto e dell’allattamento, ma di quel figlio che nasce da quella madre, perché questi un giorno sarà adolescente e avrà bisogno d’informazioni scientifiche e non di ricevere qualche nozioncina fantasiosa decisa da qualcuno che non ha completato gli studi sulla fertilità umana.
È proprio sull’onda di servizio verso la mia amata professione che mi piacerebbe moltissimo che in tutte le scuole superiori le colleghe potessero aver voglia di far proiettare Unplanned, il film sull’aborto la cui uscita in alcune sale in Italia è prevista per il mese di settembre: da lì potrebbero nascere discussioni edificanti e proattive che riuscirebbero magari a fare sorgere domande sulla vita, sulla profondità dell’amore, sul futuro di chi un giorno sarà genitore.
Ed è sempre per tale motivo che mi sono fatta promotrice, assieme alla presidente dell’associazione «Non si tocca la Famiglia», Giusy d’Amico, di un’iniziativa educativa volta realmente alla formazione sulla fisiologia della fertilità e alla verità sull’aborto: a nostro modesto avviso conta pochissimo il fatto che alle giovani donne vengano somministrate pillole anticoncezionali o antinidatorie, se prima non si pensa alla loro salute nell’interezza della persona.
Appare veramente inutile, ai miei occhi, cercare di proporre elementi di salute materno-infantile, se non vi è l’intenzione di rinnovare la formazione ostetrica, e medica, sulla fisiologia della fertilità.
È del tutto uno spreco di energie «l’implementazione di nuovi modelli organizzativi che vedono centrale l’assistenza ostetrica nelle gravidanze a basso rischio», se la fertilità è trattata come una malattia con conseguenze terribili, invece di educare a una sessualità che preserva non solo il rispetto reciproco di donne e uomini, ma anche la salute della fertilità umana. Prima di una “gravidanza a basso rischio” vi è una fertilità “a basso rischio”, ovvero attraverso la quale la donna stessa impara ad analizzare i segni della sua salute femminile.
Le ostetriche debbono iniziare a prendere in considerazione di rinnovare la loro professione, dedicandosi all’onestà scientifica che determina la professionalità e lo status di competenza. Quando le ostetriche saranno completamente preparate, sarà automatica anche la preparazione delle donne.
[1] G. Bonomi, I metodi naturali di regolazione delle nascite. Il punto di verifica, Società pavese di sessuologia, 1975 circa, pag. 16
[2] B. Colombo, R.T. Kambic, Aspetti demografici e statistici della regolazione della fertilità, Edizioni Libreria Cortina, Verona 1999, pp. 31-55
[3] https://www.confederazionemetodinaturali.it/il-metodo-dell-ovulazione-billings/s81e0db31
[4] http://www.ineritalia.org/ e http://www.camen.org/Paginas/IndexUt/8
[5] https://www.fertilitymatters.net/servizi/ e www.fertilitycare.net (in lingua inglese)
[6] http://www.naprotecnologia.ch/index.html
Per informazioni aggiuntive, segue bibliografia:
Jane Bennet e Alexandra Pope, La pillola. È la scelta giusta per te?, Macro Edizioni, Città di Castello (PG) 2011
Marina Bicchiega, Fertilità umana. Consapevolezza e virtù, ESD, Bologna 2018
Renzo Puccetti, I veleni della contraccezione, ESD, Bologna 2013
Giorgio Maria Carbone, Renzo Puccetti e Vittorio Baldini, Pillole che uccidono, ESD, Bologna 2012
A cura di Elena Giacchi, Sandro Girotto, Gabriella Bozzo, Il periodo fertile. I metodi di regolazione naturale della fertilità in Italia, a confronto: aspetti scientifici, didattici e metodologici, Libreria Cortina, Verona 2006
Ferdinando Bombelli, Roberto Carugno, Educazione ai metodi naturali, San Paolo, Milano 1990
Michele Barbato, La Regolazione naturale della fertilità, CODIT (http://www.camen.org/Paginas/IndexUt/8)
Biofertilità: la regolazione naturale della fertilità per una sessualità appassionante (http://www.camen.org/Paginas/IndexUt/8)
Josef Rötzer, Elizabeth Rötzer, La regolazione naturale della fertilità. L’arte di vivere la fertilità secondo il metodo sintotermico di Röetzer. A cura di Sandro Girotto e Giancarla Stevanella, Libreria Cortina, Verona 2008
Paola Pezzini, Leonardo Boretti, I metodi naturali. Una via di libertà per la coppia, San Paolo, Milano 2003
Angelo Francesco Filardo, La fecondità umana, Centro Amore e Vita, Foligno ([email protected])
John Billings, Il metodo dell’ovulazione. Come regolare la fertilità femminile in modo naturale e sicuro, San Paolo, Milano 1992
Michele Barbato, Rosaria Redaelli, Allattamento e ritorno della fertilità. La relazione di coppia dopo il parto, Mimep-Docete, Milano 2013
Cercare la gravidanza, a cura dell’Associazione Sintotermico CAMEN, Edizioni Mimep-Docete ([email protected])
Infertilità. Non è detta l’ultima parola (libro con DVD), Mimep-Docete, 2013
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