Last updated on Settembre 3rd, 2021 at 09:15 am
La campagna di autunno si chiama eutanasia, e c’è un esercito intero pronto a combatterla.
La manovra d’attacco ha preso abbrivio qualche mese fa, mentre imperava l’arma di distrazione di massa chiamata «ddl Zan» (pericolosa, pericolosissima sì, ma abilmente pure usata per distogliere l’attenzione) e tutti guardavano altrove. Subito ha impiegato la strategia dello scacchista, avviando un temibile abbraccio a tenaglia, abito e tailleur dentro le aule del parlamento, shorts e t-shirt nelle piazze ad agitar la folla.
Durante l’estate ha poi seminato, anzi raccolto: migliaia di firme, più del chip necessario per scoprire le carte, puntando forte sulla calura, le ferie, la sonnolenza postprandiale.
Ora quell’esercito è pronto a sferrare un’offensiva grossa.
Non sarà l’ultima battaglia, certo, perché spazio e tempo ve ne sono ancora. Forse persino perché la discesa in piazza è solo un fuoco di paglia, buono per gettare fumo negli occhi, per far tossire e per far credere che sotto ci sia dell’arrosto.
Ma due cose mi domando oggi, girando la patata anche ai lettori di «iFamNews».
La prima è che non mi meraviglia affatto che le firme per il referendum sulla soppressione delle vite ritenute non degne di essere vissute abbiano raggiunto in fretta il numero necessario, siano andate ben oltre e continuino a crescere. L’Italia è fatta così e chi si meraviglia adesso è solo ipocrita. L’Italia non è un Paese per vecchi, perché troppi pensano che i vecchi sarebbe meglio levarseli dai piedi. Non è un Paese per disabili, perché gente così, troppi dicono, cosa l’abbiamo messa al mondo a fare? Non è un Paese per giovani, perché la famiglia è ormai considerata soltanto una cosca mafiosa dai maître-à-penser che cercano costantemente di (ri)fare gli italiani visto che l’Italia è stata fatta. E non è un Paese per piccini, per neonati e per bimbi vivi dentro i ventri delle proprie mamme, perché troppi pensano che i bambini sporchino, inquinino, rompano e spessissimo siano indesiderati, ergo leviamoci il pensiero con un cachet vidimato dal Ministero. Qualcuno, insomma, pensa davvero che questa Italia qui non avrebbe raccolto le firme necessarie entro il tempo stabilito per dare in mano agli italiani il potere della vita e della morte giocando a dadi con Dio?
Io non sono mai stato tra costoro, e per carità di patria, e altro lì attorno, non voglio nemmeno conoscere i nomi e le qualifiche di chi ha posto la propria firma in piazza su quei moduli.
La seconda domanda è, stante che l’esercito dell’eutanasia è già ben schierato sul campo, le artiglierie le ha piazzate nei punti giusti e la cavalleria attende solo un cenno per aggredire ai fianchi, esiste l’esercito della vita pronto a tenere la linea, il piede fermo, il ginocchio a terra, un occhio chiuso e l’altro aperto sul mirino?