L’unica strada possibile è dialogare, laddove gli avversari cercano lo scontro. Problematizzare, laddove gli altri tendono a semplificare. Affermare le ragioni delle vite più fragili, laddove qualcuno guarda solo all’efficienza e alla produttività. Forza Italia sposerà questa linea, in vista del dibattito al Senato sul «ddl Bazoli-Provenza» riguardante le Disposizioni in materia di morte medicalmente assistita. L’obiettivo è depotenziare una legge il cui impianto è profondamente «eutanasico».
Se n’è discusso in una videoconferenza, introdotta dall’onorevole Alessandro Cattaneo e moderata dalla responsabile del Dipartimento Bioetica e Diritti Umani di Forza Italia, Olimpia Tarzia. Forza Italia rigetta sia il «relativismo etico» sia la logica del «male minore», afferma la Tarzia, ricordando che la vera chiave di tutto è la «dignità» come caratteristica dell’uomo in quanto tale, non vincolata ad alcuno stato di salute: «Non vogliamo per i nostri figli una società organizzata esclusivamente secondo criteri di efficienza produttiva», dice. Alla luce di ciò, il disegno di legge recentemente approvato alla Camera apre a «scenari inquietanti», in nome di una «falsa pietà». Chi stabilisce, poi, «i paletti oltre i quali la qualità della vita diventa inaccettabile?», argomenta la Tarzia, ribadendo l’impegno del suo partito a rilanciare le cure palliative.
Evitare il clima da “derby”
Secondo l’onorevole Antonio Palmieri, responsabile del dipartimento Famiglia di Forza Italia, va assolutamente evitata la prospettiva di un «derby» tra «sostenitori dell’eutanasia» e presunti «sostenitori della sofferenza». Dire sì alla vita della persona fragile, argomenta il deputato, non vuol dire farla soffrire, ma, piuttosto, «schierare le istituzioni a fianco dei sofferenti», mostrando loro che esiste un’alternativa alla morte come «trattamento di Stato» che, banalmente, sta a significare un «risparmio di risorse» da parte del sistema sanitario nazionale. Palmieri si dice impressionato del fatto che, nel Partito Democratico, non sia stato portato «un solo ragionamento differente» sul fine vita, rispetto a quelli del segretario Enrico Letta. L’auspicio è ora che il centrosinistra ascolti «le nostre ragioni», così come il centrodestra rimane aperto alle «ragioni degli altri».
Intervenendo al webinar, l’onorevole Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia alla Commissione Giustizia, mette in guardia dalle derive eugenetiche nei Paesi del Nord Europa, di cui sono capofila i Paesi Bassi, con ormai il 4% di morti per eutanasia e una proposta di legge in discussione in Parlamento per depenalizzare l’eutanasia tout court per gli ultrasettantacinquenni, anche se perfettamente sani e psicologicamente non depressi.
Da parte sua, il senatore Maurizio Gasparri ricorda come il disegno di legge sull’eutanasia sia soltanto l’ultimo di una «serie di leggi» che segnano una deriva antropologica. La sfida, aggiunge Gasparri, è ora quella di compattare un fronte al Senato che non è «solo cattolico», per neutralizzare il pericolo eutanasico.
Ribadire la centralità e dignità della persona
Ha conclusione del dibattito, il vicepresidente nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha sintetizzato e ribadito la linea del suo partito sul fine vita. I principi da perseguire, sottolinea Tajani, sono la «corretta convivenza civile» e la «centralità della persona». In una società degna di tal nome, aggiunge l’europarlamentare, «ogni persona è indispensabile», compresi gli anziani, i disabili, i malati gravi.
«La vita non la diamo e non ce la togliamo da soli», prosegue Tajani, «Puntiamo a tutelare le persone perché vivano in modo migliore. Quanto è importante il sorriso di una persona malata? Quanta allegria, quanto affetto può dare una persona down? Anche il malato è utile alla società, anche il modo in cui un malato sopporta la sofferenza può rappresentare un insegnamento».
Eliminare i sofferenti, invece della sofferenza, può portare ad ulteriori assurdi abomini: «Arriveremo a eliminare gli anziani? O chi non ha le gambe?», rimarca Tajani, indicando l’incoraggiante esempio della schermitrice paralimpica Bebe Vio, «una ragazza che dà speranza, che regala tantissimo, un esempio per tutti noi».
La battaglia a difesa delle vite fragili, «non è uno scontro tra chi vuol difendere il dolore e chi vuole combatterlo». Del resto, ha osservato l’europarlamentare, il dolore di chi «perde un figlio» può essere «peggiore di una malattia»; quindi «il dolore fa parte del nostro essere umani», pertanto va accettato, in quanto non toglie mai la «dignità della persona», conclude Tajani.
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