Da questa mattina uno dei tram storici di Milano, uno di quelli chiamati affettuosamente con il nome proprio «Carrelli» per via dei due carrelli, appunto, che corrono sotto la lunga cassa in acciaio, attivo sulla linea numero 10, sfoggia i colori dell’arcobaleno.
In onore dell’orgoglio LGBT+ e in vista del «Pride» che si celebrerà il 1° luglio anche nel capoluogo lombardo, parte sferragliando dalla Stazione Centrale, percorre i quartieri tirati a lucido di Garibaldi e dell’Isola, attraversa le stradine della Chinatown meneghina, saluta l’Arco della Pace, fino ad approdare sui Navigli, alla stazione di Porta Genova. Tutti nomi cari ai milanesi, che potranno d’ora in poi leggerne le targhe a bordo di un mezzo pubblico, cioè, si suppone, pagato anche dai cittadini attraverso le tasse comunali, tutto politically correct.
Lo annuncia l’Azienda Trasporti Milanesi SpA (ATM), società in house controllata dal Comune di Milano, concessionaria in esclusiva dei servizi di trasporto pubblico locale, che ha lanciato un’intera campagna di sensibilizzazione, al grido del claim «E tu che ne sai?», per «[…] una cultura aperta e inclusiva, in pieno accordo con la linea aziendale dell’operatore meneghino, in vista del Milano Pride 2022», con tanto di sito web dedicato.
Lo rilancia orgoglioso su Facebook con un post dedicato il sindaco Giuseppe Sala.
Dopo il balletto avanti e indietro a proposito della fiera dell’«utero in affitto», contestata e rimandata al maggio 2023 oppure, si spera, a mai più. Dopo gli Stati Generali del turismo LGBT+ in vista della fiera dedicata a questo tema che si terrà nell’autunno, alla presenza del sindaco Sala, che ha pure auspicato la liberalizzazione della cannabis. Dopo il primo Festival italiano del ciclo mestruale. Dopo l’approvazione della mozione del consigliere PD Monica Romano che istituisce il registro per il riconoscimento del genere di elezione, dedicato alle persone transgender. Dopo quella dell’ordine del giorno che ha dichiarato Milano zona di libertà per le persone LGBT+, come se altrove in Italia fossero schiave. Dopo la notizia di pochi giorni fa, che ha annunciato che nei giorni del «Pride», il 1° e il 2 di luglio, il Pirellone sarà illuminato con i colori della bandiera arcobaleno.
Dopo tutto questo, insomma, non ci si meraviglia troppo. Milano mia, però, neppure ti si riconosce più.