Nella medesima seduta del Consiglio comunale meneghino in cui si è approvata la mozione del consigliere Monica Romano che istituisce il registro per il riconoscimento del genere di elezione, dedicato alle persone transgender, anche un ordine del giorno su tematiche analoghe ha ricevuto parere positivo.
Si tratta dell’odg a prima firma del consigliere Michele Albiani, anch’egli come Monica Romano appartenente al Partito Democratico, che «invita il sindaco e la giunta a proclamare la Città di Milano come zona di libertà per le persone Lgbtq+, sull’esempio della risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2021 e ad impegnarsi a favore di politiche pubbliche volte a promuovere e tutelare i diritti di queste persone, da un lato, e a sanzionare esplicitamente i meccanismi di discriminazione strutturale, dall’altro».
Ciò avvalora nei fatti quanto commentato ieri dal consigliere Matteo Forte (Milano Popolare), che affermava, parlando con «iFamNews» della mozione di Romano, che a quanto pare nel Consiglio comunale del capoluogo lombardo, ignorando questioni amministrative importanti, «[…] si dibatte ogni giorno esclusivamente di tematiche LGBT+».
Il consigliere di opposizione Forte è stato l’unico a votare contro l’ordine del giorno di Michele Albiani, dopo che i consiglieri di Centrodestra hanno lasciato l’aula o si sono astenuti, mentre quelli del Centrosinistra lo hanno approvato a “maggioranza bulgara”.
«Questo odg rappresenta una pura presa di posizione politica», commenta Matteo Forte. «Immagina cose che il Consiglio sta già mettendo in atto e come ho detto ai colleghi del Centrosinistra si tratta di un passo indietro rispetto alle loro battaglie».
A Milano, continua il consigliere di Milano Popolare, «esiste già il registro delle unioni civili, esistono già le “case arcobaleno” destinate alle vittime presunte di “omofobia”, che in realtà poi da quando sono state istituite hanno accolto un numero esiguo di persone, talvolta pure per semplici problemi abitativi. Si tratta una volta di più di creare una corsia preferenziale?».
«L’ordine del giorno», come recita il comunicato dell’ANSA che dà la notizia, «invita […] sindaco e giunta a condannare l’azione dei governi europei contro i diritti delle persone Lgbtq+, in palese violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e ogni altra forma di discriminazione».
«Certamente prese di posizione di questo tenore da parte del Consiglio comunale», continua Matteo Forte, «non sono altro che un controcanto a quanto avvenuto per esempio in Polonia, con l’istituzione delle zone “LGBT+ free”. Si tratta di politiche uguali e contrarie. Ciò che non approvo assolutamente in questo odg è il ragionare per recinti, il chiudere le persone in un acronimo che le definisce per esclusione. È contrario a ogni mia idea di convivenza civile e di inclusione».
Il giudizio del consigliere Forte è deciso anche a proposito della «IGLTA Milano 2022», edizione numero 38 della rassegna mondiale dell’International LGBTQ+ Travel Association, la fiera del “turismo LGBT+” che si terrà nel capoluogo lombardo in autunno e di cui si sono tenuti gli Stati generali il mese scorso, alla presenza fra gli altri del sindaco Giuseppe Sala. «Si tratta della medesima impostazione ideologica per esclusione, certamente. Tuttavia, vi è un altro aspetto da tenere presente, in quel caso. Oltre alla ghettizzazione e all’auto-ghettizzazione delle persone LGBT+, è chiaro che le si considera come puro segmento di mercato, come turismo altospendente e pertanto remunerativo. Non lo si definisca, poi, inclusione».
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