Omicidio del consenziente: il referendum è irricevibile

Lo è secondo il diritto e secondo la ragione. Nella speranza che la Consulta rigetti il quesito referendario. Al netto delle primedonne

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Qualcuno scommette già sul fatto che il referendum per l’omicidio del consenziente sarà giudicato irricevibile dalla Consulta, che delibererà in proposito il 15 febbraio, e che pertanto non vi sarà neppure gara, insomma che il referendum è già sconfitto, vittoria nostra. Nostra è la medesima speranza.

Ora, queste stesse persone dicono di essere le uniche ad avere spiegato al Paese intero, magari a rete unificate inascoltate, le motivazioni per cui tale referendum sarà rigettato, anzi deve essere rigettato.

Noi siamo invece orgogliosi (consentitecelo) di affermare che non è esattamente così: cioè che anche noi di «iFamNews» l’abbiamo spiegato, così come abbiamo scritto in numerose occasioni su queste colonne virtuali di eutanasia, «suicidio assistito» e depenalizzazione dell’aiuto a uccidersi volontariamente per le persone sofferenti, la cui dignità è messa in dubbio dal pensiero mainstream.

L’ha fatto poi egregiamente anche il Comitato per il no all’omicidio del consenziente e l’ha fatto il Centro Studi Rosario Livatino, con la competenza in punta di diritto che è propria dei suoi animatori.

Sicuramente l’avranno fatto anche altri, forse sconosciuti, che noi magari non abbiamo visto e letto. Perché la ragione ammette numerosi punti di vista, ma una verità soltanto. Insomma, si consolino quelle suddette persone: perché la verità è più condivisa di quanto a volte si suppone, per esempio in questo caso, e lamentarsi della solitudine è doveroso solo però quando la solitudine è davvero tale. Altrimenti si rischia di dare l’idea, per carità errata, di volere indossare sempre e a tutti i costi i panni di primadonna. E siccome il farlo, o il volerlo fare, è inelegante, gioiamo adesso assieme, tutti, per il fatto che la Consulta – si sa, si sa bene, si sa in tanti – boccerà il referendum per motivazioni già ben spiegate.

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