Si sono costituiti formalmente il 21 dicembre, raccogliendo però i frutti di una riflessione e di un’espressione pubblica maturati nel tempo, i Comitati per il no.
Di che cosa si tratti è possibile leggere sul sito web di uno di essi: «La richiesta di due referendum, uno per abrogare parzialmente l’articolo 579 del Codice Penale che punisce l’omicidio del consenziente, e l’altro per l’abrogazione di parti significative del Testo Unico sugli stupefacenti, ci ha sollecitato a costituire, il 21 dicembre, i Comitati per il No: per consolidare e promuovere la solidarietà sociale, per una democrazia realmente inclusiva, per il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona, riteniamo indispensabile il mantenimento delle leggi attuali».
In particolare il Comitato per il no all’omicidio del consenziente, presieduto da Assuntina Morresi, docente nell’Università di Perugia e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, si oppone a quanto vuole ottenere il referendum estivo promosso dai Radicali Italiani di Marco Cappato e dall’Associazione Luca Coscioni, ideato per sorpassare a destra qualsiasi legittima posizione contraria, forzare la mano alla politica e dare un seguito impostato ideologicamente a quanto espresso dalla sentenza ormai celebre emessa dalla Corte Costituzionale dopo la morte di Fabiano Antoniani, noto come DJ Fabo (1977-2017).
L’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale, in specie nel comma che sanziona l’«omicidio del consenziente», attualmente in discussione alla Camera, passerebbe cioè anche attraverso un referendum sul quale il giudizio del Comitato per il no è lapidario: «Il referendum che i promotori chiamano “per l’eutanasia” è in realtà un tentativo di introdurre non l’eutanasia, ma appunto l’omicidio del consenziente, e quindi l’assoluta disponibilità della vita umana». Il Comitato si oppone pertanto a tale ipotesi, ribadendo al contrario l’indisponibilità e l’intangibilità della vita umana, e sottolinea inoltre che «[…] nessun paese, anche tra quelli che hanno emanato leggi sull’eutanasia, ha cancellato questa fattispecie di reato».
«iFamNews» ha seguito il tema dell’eutanasia, del suicidio assistito, dell’omicidio del consenziente, in Italia e all’estero, in numerose occasioni e non mancherà di farlo ancora in futuro, nella consapevolezza di quanto afferma, di nuovo, il Comitato per il no, cioè che «[…] è fondamentale che ci sia un dibattito approfondito, che tenga conto di tutte le ragioni in campo, e permetta agli elettori di conoscere per deliberare in piena consapevolezza». Consapevolezza che si vorrebbe non fosse inquinata da sentimentalismi facili, condotti per mano attraverso la strumentalizzazione di casi degni e meritevoli di pietà e di compassione, non certo di facili scorciatoie di natura ideologica.
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