Charles Dickens difficilmente avrebbe potuto prevedere che il suo personaggio più noto, Ebenezer Scrooge, un giorno avrebbe avuto un premio intitolato a lui. “Ogni anno”, spiega il fondo Becket per la libertà religiosa “il fondo riflette sugli affronti più assurdi al periodo del Natale e dell’Hanukah, stilando una lista di trasgressori oltraggiosi e consegnando al trasgressore più scandaloso delle feste un regalo peggiore del carbone stesso: il Premio Ebenezer”. Quest’anno è toccato alla King County (la contea di King), sede della città di Seattle, per le sue avare restrizioni sulle decorazioni religiose festive.
Una fonte giornalistica locale ha sottolineato il paradosso che ne deriva: “Potete celebrare l’orgoglio LGBT e indossare un bottone Black Lives Matter durante la vostra giornata come un dipendente della King County. Ma è meglio che non mostri il Presepe o la Menorah sul tuo spazio di lavoro digitale o nel tuo ufficio di casa”. Come ha commentato il Becket:
Mentre le immagini di fiocchi di neve, ghirlande e pini sono ancora consentite…il King County HR (Il dipartimento delle risorse umane della Contea di King) si è dato come missione quella di cancellare gli emblemi religiosi dal posto di lavoro online in questo periodo festivo…. Il governo non ha il diritto di privare i suoi dipendenti dell’allegria delle feste costringendoli a smontare i set del Presepe e della Menorah, soprattutto nelle loro case.
La pesante parola “diritto” indica il fatto cruciale che la libertà religiosa non è un dono del governo ma di Dio e la sua protezione è stata la chiave di volta della repubblica americana fin dall’inizio. Il riconoscimento nella Dichiarazione d’indipendenza dei “diritti inalienabili” conferiti dal Creatore all’umanità non era una semplice cosa retorica, come si evince dalla dichiarazione del generale George Washington alla conclusione positiva della guerra e poco prima delle dimissioni dal comandante in capo.
L’instaurazione della libertà civile e religiosa è stato il motivo che mi ha spinto a scendere in campo; l’obiettivo è stato raggiunto e non mi resta che augurarmi e pregare vivamente che i cittadini degli Stati Uniti facciano un uso saggio e virtuoso delle benedizioni che sono state loro offerte.
Anni dopo, concludendo il suo servizio come il capo dell’esecutivo nazionale, il presidente Washington nel suo discorso di addio parlò ancora di religione.
Di tutte le disposizioni e abitudini che portano alla prosperità politica, la religione e la moralità sono un supporto indispensabile. Invano l’uomo pretenderebbe il tributo del patriottismo, se si adoperasse per sovvertire questi grandi pilastri della felicità umana, i più saldi puntelli dei doveri di uomini e cittadini. Il semplice politico, così come l’uomo pio, dovrebbe rispettarli e custodirli.
Il venerato nome di Washington continua a riecheggiare in tutta l’America, adornando qualsiasi cosa, dalle strade alle scuole, dalle piazze agli edifici, dalle comunità alle aziende, fino allo stato che comprende la King County. Ma il suo nome da solo non basta a metterci al riparo dal disastro se ignoriamo ciò che ha detto sul ruolo indispensabile della religione. Mentre la libertà religiosa viene sempre più attaccata, la voce del fondo Becket non deve essere come un grido nel deserto, ma piuttosto parte di un coro crescente di patrioti che si alzano per difendere ciò che i fondatori stessi hanno difeso: la nostra libertà di adorare Colui che ci ha dotato di questo sacro diritto.
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