In delibera l’ammissibilità dei referendum su eutanasia e droga

Attesa per il 15 febbraio la decisione della Corte Costituzionale sui quesiti contrastati dai Comitati per il no

Palazzo della Consulta

Palazzo della Consulta

In Italia la Legge 352 del 25 maggio 1970 regola le Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo e dispone le modalità di attuazione della procedura referendaria.

In base a questa legge sono otto, attualmente, i referendum già passati dalla prima scrematura, cioè la verifica formale da parte dell’Ufficio per i referendum della Corte di Cassazione come da normale iter legislativo, e ora all’esame della Corte Costituzionale per l’analisi di ammissibilità. Si tratta dei sei referendum sulla giustizia, di quello (parzialmente) abrogativo dell’articolo 579 del Codice penale, in specie nel comma che sanziona l’«omicidio del consenziente», e di quello, ugualmente abrogativo, del Testo unico sugli stupefacenti, per la liberalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”.

Sono stati costituiti il 21 dicembre, per opporsi a tali referendum considerati mine vaganti ideologiche e contrarie a un esercizio sano della democrazia, fondato sulla consapevolezza dei cittadini e degli elettori, i Comitati per il no. Per il no all’omicidio del consenziente e per il no alla droga legale, presieduti il primo da Assuntina Morresi, docente nell’Università di Perugia e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, e il secondo da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e dell’Istituto Mendel. Entrambi i comitati sono nati «[…] per consolidare  e promuovere solidarietà sociale, per una democrazia realmente inclusiva, per il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona, riteniamo indispensabile il mantenimento delle leggi attuali».

«iFamNews» si è occupata in più di una occasione e anche dal punto di vista legale e normativo sia del referendum cosiddetto «per l’eutanasia» sia di quello per la liberalizzazione di cannabis e affini.

La Consulta, ovvero la Corte Costituzionale, delibererà a proposito di entrambi i quesiti referendari il 15 febbraio prossimo. Come d’abitudine «iFamNews» ne vaglierà con attenzione i lavori e invita i lettori a seguire gli articoli su questo tema, in aggiornamento continuo sul nostro sito.

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