Problema. Il candidato spieghi come si fa a essere il presidente cattolico del Paese più importante del mondo, essere noto per essere cattolico, persino vantarsi di essere cattolico e al contempo giocarsi faccia e pantaloni puntando tutto, ma proprio tutto, tutto tutto tutto, sull’aborto, promettendo che, se i Democratici vinceranno le lezioni di medio termine l’8 novembre, la prima cosa che faranno sarà varare una legge sull’aborto che metta quello scempio al sicuro oltre quanto deciso dalla Corte Suprema federale degli Stati Uniti d’America il 24 giugno, ribaltando la famigerata sentenza pronunciata dalla medesima Corte Suprema (ma con diversa composizione) nel 1973.
Il candidato spieghi anche, anzitutto e soprattutto a quel presidente, che gli Stati Uniti sono una repubblica presidenziale e non una tirannia neo-post-nazional-comunista cinese e che dunque il potere esecutivo non impone cosa fare al potere legislativo con toni da ultimatum e foia da guerra, e che trasformare le elezioni in referendum sulla morte e le eventuali vittorie in mandati per uccidere è da lestofanti di quattro cotte. Chiamare l’elettorato a unità in momenti di sondaggi sfavorevoli promettendo la morte, e la morte dei più innocenti e piccoli, è da furfanti.
Il candidato spieghi inoltre al mondo che una cosa così non si è mai vista, anche se il mondo ha colto distratto la notizia al tiggì, impaziente di passare al prossimo programma demente che la tv pubblica ci ammannisce a nostre spese.
Il candidato spieghi infine come fa un cattolico a gioire per l’aborto, a essere tanto ostinato, testone e volitivo sulla morte procurata ai più piccoli e indifesi, commentando altresì il fatto che fra i cattolici nessuno batta ciglio, che cattolici blasonati plaudano a quel presidente, che cattolici importanti continuino a giudicare la sua elezione in quell’alto scranno come un dono del Cielo, che cattolici autorevoli lo lodino per il suo cattolicesimo.
Il candidato ha pure la facoltà di rispondere a un quesito facoltativo: individuare il nome di quel presidente con le voglie da despota e becchino, facendo i nomi dei suoi sponsor cattolici e chiarendo se il Pontefice sia fra loro.
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