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Thank you SCOTUS! 🇺🇸

«Roe v. Wade» è solo il nome di un incubo passato. Davvero si possono ribaltare anche le cose impensabili. Adesso attendiamo il resto del mondo.

Marco Respinti di Marco Respinti
24/06/2022
in Breaking News, Editoriali, In evidenza, Vita
1.2k
Reading Time: 3 mins read
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Last updated on Luglio 8th, 2022 at 12:36 pm

Ssshhh non piangere, piccolino. I mostri esistono, ma si possono sconfiggere. La bestia che inghiotte tutto nelle fauci maleodoranti è stato solo un bruttissimo incubo. Reale, ma un incubo. La luce ha scacciato via il buio e i brutti sogni se ne sono andati. Restano un ricordo, che non c’è più.

Mancano le parole, il respiro si mozza. Mi sgorgano le lacrime dagli occhi. Abbiamo sognato questo giorno per anni e adesso l’emozione sopraffà. Legittimissima.

La Corte Suprema federale degli Stati uniti d’America (SCOTUS) ha finalmente riparato all’abuso di potere commesso nel 1973, quando, nel 1973, chiuse il caso Jane Roe, et al. v. Henry Wade, District Attorney of Dallas County, comunemente chiamato «Roe vs. Wade», stabilendo che fra le righe della Costituzione federale sta scritto quel che non c’è scritto e abrogò le leggi vigenti fino a quel momento nei diversi Stati dell’Unione, rendendo l’aborto un assurdo, schifoso, omicida “diritto” federale.

Ogni campana ora negli Stati Uniti e nel mondo dovrebbe suonare a festa, perché quel che accade negli Stati Uniti riverbera sempre, nel bene o nel male, in tutto il mondo.

La famosa e famigerata sentenza che nel 1973, basandosi su un falso clamoroso, ha per decenni antidemocraticamente imposto a tutti la morte di milioni di bimbi innocenti non c’è più. Il precedente culturale che quella sentenzacha costituito per tutti i filoabortisti del mondo è carta straccia.

Adesso l’aborto torna appannaggio delle assemblee legislative degli Stati dell’Unione nordamericana. La battaglia per la difesa della vita umana si sposta lì, e va combattuta lì con non minore passione e intelligenza. Ma per certo milioni di vite umane verranno risparmiate. In diversi Stati nordamericani l’aborto scompare o quasi; comunque viene fortemente limitato; non sarà più possibile invocare un precedente odioso e falso; e il mondo sì, oggi è un poco più bello.

Non c’è bisogno di essere filoamericani per riconoscere che in quel Paese succedono ancora cose che, nonostante tutto, spaiano i quattro soliti giochetti già visti delle mezze calzette, accantonano i pavidi, vomitano i tiepidi, fanno giustizia, testimoniano la verità, combattono la buona battaglia vera, operano scelte uniche al mondo.

Chi avrebbe mai pensato che ci si sarebbe riusciti davvero? Eppure è così.

Dio renda merito ai giudici della corte Suprema federale. A chi li ha educati e istruiti. A chi li ha scelti e a chi li ha confermati in quel rango nobile. A chi li ha sostenuti con il cuore e con la ragione, con la pazienza e con la preghiera. E sì, Dio benedica gli Stati Uniti d’America e tutti gli uomini di buona volontà.

La speranza divampa ed è davvero possibile ribaltare le cose, anche le più impensabili.

Adesso attendiamo al varco il resto del mondo. Perché, infatti, pensare in piccolo?

La sentenza della Corte Suprema federale

Tags: AbortoStati Uniti d'America
Marco Respinti

Marco Respinti

Marco Respinti è il direttore di International Family News. Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal (Mecosta, Michigan), è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal (L’Aia, Paesi Bassi). Membro del Comitato editoriale del periodico The European Conservative e del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief, è direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e, sul web, di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights.

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