Anche la Camera dei Lord silura la Stonewall

Annullato a Westminster il contratto per il programma di inclusione forzata e fittizia, promosso dall’organizzazione LGBT+

Westminster Palace

Image from Pixabay

Nel Regno Unito, dopo la Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani (EHRC), il Gabinetto del governo, l’Office for Standards in Education, Children’s Services and Skills (OFSTED), l’autorità di regolamentazione dei media (OFCOM) e l’emittente televisiva nazionale BBC, è il turno della Camera dei Lord.

Anche la Camera alta del parlamento britannico, infatti, ha silurato la Stonewall, organizzazione attiva nelle scuole, nelle università, nelle aziende e negli enti pubblici, che si adopera per allargare sempre più gli spazi dell’ideologia gender imposta dall’ortodossia LGBT+.

In particolare, così come i funzionari degli altri enti nominati, anche i Pari hanno annullato l’adesione al programma «Diversity Champions», gestito dalla Stonewall e progettato per aiutare le aziende a diventare più “inclusive” e «[…] per garantire che tutto il personale LGBT+ sia accettato senza eccezioni sul posto di lavoro». È il cavallo di battaglia e la punta di diamante dell’organizzazione, che propugna specialmente l’adozione di un linguaggio cosiddetto «inclusivo», in realtà mistificatorio e violento nei confronti di chi non si adeguasse ai diktat imposti.

Una prima avvisaglia di resistenza a tali diktat LGBT+ fra i Lord della Corona si era avuta già l’anno scorso, quando nel contesto di un disegno di legge relativo al congedo di maternità dei ministri la formulazione iniziale «persone incinte», invece di «madri», è stata modificata, ripristinando le mamme e la realtà.

Rispetto all’interruzione del contratto, un portavoce ha affermato che la decisione fa seguito a una valutazione dei «costi e benefici del programma», aggiungendo che è stata presa dopo aver consultato le reti per l’uguaglianza già attive nel parlamento e che la Camera dei Lord «rimane fermamente impegnata a fornire un luogo di lavoro più inclusivo per i nostri colleghi LGBT+», i quali meritano naturalmente ogni rispetto della persona, al pari però di tutti gli altri.

Pare che i media abbiano riferito che i colleghi parlamentari abbiano fatto pressione sul presidente della Camera alta, lord John Francis McFall, perché in disaccordo con il tentativo della Stonewall che vuole imporre il proprio linguaggio a Westminster come fa negli ospedali del Regno Unito e come ha fatto nella EHRC, nella BBC e altrove. In particolare, ha suscitato ampio disaccordo l’indicazione di sostituire la parola «madre» con «genitore che ha partorito», per indicare le donne che hanno effettuato un percorso di «transizione» e ora si dichiarano uomini.

A ogni latitudine, a quanto pare e per fortuna, la mamma è sempre la mamma.

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