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BASTA DISNEY: il nuovo sito per protestare adesso contro cartoni animati LGBT+, storie gay e ciarpame vario. Clicca subito

Marco Respinti di Marco Respinti
21/07/2022
in Breaking News, Cultura, Editoriali, In evidenza
41
Reading Time: 6 mins read
0
Basta Disney
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Caro lettore, te lo dico, così è tutto più chiaro. Personalmente sono un appassionato di fumetti, credo che i serial siano un genere narrativo dalla dignità paraletteraria, considero cultura pop imprescindibile il futuro antico di Star Wars e colleziono film, persino in bianco e nero. Di tutto questo gran mosaico il mondo Disney è una tessera ineliminabile, che, assieme ad altre, compongono un disegno intelligibile. Alle avventure che si svolgono a Topolinia e a Paperopoli, nello Stato nordamericano immaginario di Calisota, nessuno può certo restare insensibile, e il grande affresco genealogico della famiglia dei Paperi, disegnato dal talentuoso Don Rosa, smitizza pure diversi luoghi comuni infondati. L’universo Disney grida insomma forte e chiaro il proprio perché.

Finché però quell’universo non viene depredato dagli Hyksos, violentato dagli alieni, aggredito dagli Orchi e cancellato dagli Yuuzhan Vong. Finché i suoi protagonisti non vengono scaraventati in un mondo estraneo, fatti marciare a comando di un Reich, costretti a ballare, a scatti, mossi dai fili dei Mangiafoco, marionette dal sorriso posticcio disegnato a lacca sulla superficie dei loro volti tristi.

Un universo, cioè, che non è il loro. Principesse “che hanno abortito” o lesbiche. Baci saffici fra eroine e jedi della Ribellione. Altri baci saffici nel nuovissimo Lightyear. La vera storia di Buzz tra la space ranger Alisha e la sua compagna che mettono su “famiglia”. Ripetuti e profondi inchini di reverenza alle lobby LGBT+. Indottrinamento gender a danno dei più piccoli. Persino dipendenti coinvolti in attività losche a danno dei minori, sulle quali l’azienda ha il dovere di fare luce piena mentre le famiglie aspettano.

BASTA DISNEY! CLICCA QUI LA TUA PROTESTA

Ma perché le famiglie dovrebbero portare i figli a vedere lo stesso marcio che li ammorba già per le strade e magari anche a scuola? Perché tu e io dovremmo sprofondarci nell’aria condizionata di una poltrona scelta con amore e studio in posizione strategica, armati di pop-corn e bibita ghiacciata, per venire azzannati da tutto quello che già ci morde quotidianamente? Perché questo realismo d’accatto dovrebbe uccidere la fabbrica dei nostri sogni? Perché insozzare e insolentire di vizi le cose più pure? Perché tiranneggiare i piccoli con spettacoli di adulti mai cresciuti? Perché uccidere l’innocenza, violentare i più piccoli, stuprare le coscienze?

Non c’è bisogno di fornicazioni e aborti nei fumetti, nei film, nell’entertainment. È una verità falsa quella di dire che tutto va attualizzato, immerso nel pattume, sporcato con la sozzura di cui non sappiamo fare a meno. Nessuno dovrebbe volere mai che le cose peggiorino, cambino, muoiano.

Per questo bisogna dire BASTA DISNEY come lo diciamo con il sito ad hoc che abbiano creato, assieme a partner e amici, per chiamare i nostri lettori, le famiglie, i piccoli, i grandi, gli amici, i parenti, i conoscenti, tutti alla rivolta. Alla rivolta contro questa imposizione intollerabile.

La libertà è un mezzo dalle potenzialità infinite perché il suo obiettivo, la verità, è uno scopo infinito.

BASTA DISNEY! CLICCA QUI LA TUA PROTESTA

Siamo liberi di spegnere il televisore, di disertare i cinema. Di disdire abbonamenti e usare il telecomando, di non comperare più e di dire di non acquistare mai, di buttare via. Facciamolo adesso, uno per uno e tutti assieme con Disney.

Disney è sul mercato e vende merce marcia. Cambiamo dunque mercato, lasciamo deserta la sua bancarella, andiamo altrove, al limite restiamocene a casa.

Disney è un business enorme, colossale, gigantesco che campa solo, come tutti i business, grazie ai propri acquirenti e clienti. Il primo azionista di Disney sei tu e sono io. Siamo tu e io a tenere in piedi la baracca Disney, da sempre. Facciamo adesso capire alla Disney che le schifezze non le vogliamo, che la nostra famiglia non ne ha bisogno, che ai piccoli non serve e non fa bene.

Vai su BastaDisney e agisci adesso. Spegni Disney in casa tua e manda ora un segnale inequivocabile ai suoi dirigenti.

Inonderemo le loro caselle di posta elettronica con i tuoi messaggi di indignazione, disgusto, protesta e reazione. Riempiremo le loro scrivanie di lettere, come si usava un tempo, e i loro fax di nastri di carta che non si fermano. Lettere e fax, che sembrano roba da “matusa”, sono di grande efficacia.

Immaginati quando un apparecchio fax si intasa per le tue legittimissime e democraticissime ed educatissime e liberissime proteste, con gli addetti che non riescono nemmeno più a cambiare il toner, rifornire il rotolo della carta, riempire scatole e scatole di messaggi. Immaginati quando l’addetto alla posta deve fare su e giù per i piani, magari usando le scale perché l’ascensore, si sa, è sempre occupato, per rovesciare decine di migliaia di lettere. Fax e lettere di famiglie che disdicono abbonamenti, che non portano più i figli a Disneyland in Europa o in America, che si rimangiano abbonamenti TV e rotocalchi, jedi non più applauditi dai loro eroi paganti assisi sulle poltroncine del cinema o sul sofà di casa.

Immaginati un mondo più bello, pulito e libero.

Clicca ora BastaDisney e ne sarai subito protagonista. La rivolta è cominciata.

Tags: LGBT+/Gender
Marco Respinti

Marco Respinti

Marco Respinti è stato il direttore di International Family News fino alla fine del 2022.Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal (Mecosta, Michigan), è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal (L’Aia, Paesi Bassi). Membro del Comitato editoriale del periodico The European Conservative e del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief, è direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e, sul web, di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights.

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