«Nel comunicato finale del G7 del 13 giugno ci sono due brevi paragrafi su Russia e Ucraina, e due pagine intere sulla gender equality…». È caustico Giulio Tremonti, nella sua desolante disamina sull’incapacità dei grandi della Terra di raccogliere le sfide del tempo presente. L’ex ministro dell’Economia non è tipo che lesina critiche: all’«individualismo terminale di tanti Eliogabali sessualmente fluidi»; al nuovo «Leviatano digitale, ambientale e sociale»; al mondo del Metaverso, «artificiale e alternativo a quello reale», in cui si assiste alla «conversione del sesso umano dalla responsabilità al piacere» e, di riflesso, «alla mutazione della famiglia tradizionale in una nuova horizontal family». Tremonti è intervenuto ieri in Vaticano, alla presentazione del volume VIII dell’Opera Omnia di Papa Benedetto XVI: «Chiesa: segno tra i popoli».
Professore, nel suo intervento ha parlato dell’enciclica Caritas in veritate: quanto è importante quel messaggio di Benedetto XVI in questa fase storica?
La Caritas in Veritate è stata scritta nel 2009, l’anno dopo la prima crisi della globalizzazione. È un’analisi di quanto stava accadendo ed offre un’alternativa ancora possibile da percorrere. Tuttavia nulla o quasi di ciò che Benedetto XVI ha analizzato e suggerito è stato fatto. Il mondo si è sviluppato senza regole o con l’unica regola che non esistono regole.
Il 2009 è stato dunque un tornante della storia.
Le racconto un fatto. Nel 2009 si sono confrontate due visioni: una, proposta dal governo italiano, era detta «Global Legal Standard». Conteneva regole base per la finanza e per l’economia, come il passaggio dal free trade al fair trade. Ma non solo: in un articolo della bozza che era stata preparata, c’era scritto: «Rispetto regole ambientali e igieniche». Le dice nulla?
Temi quantomai attuali. Qual era invece l’altra visione?
L’altra era il «Finantial Stability Board», il quale era basato sull’idea che non servissero regole per l’economia ma soltanto alcuni criteri per la finanza. Questa è l’idea che ha prevalso. Ma da allora una grande stabilità non s’è vista. E non mi chieda chi era il presidente del «Finantial Stability Board».
Già, era Mario Draghi… A cosa attribuisce la vittoria di questa seconda visione?
Al potere di Wall Street.
In economia quale posto dovrebbero occupare le politiche familiari?
Sono la parte essenziale della struttura sociale. Non esistono soltanto l’individuo e lo Stato: esistono i cosiddetti corpi intermedi che creano aggregazione sociale.
Quali interventi occorrerebbero in questo senso?
Anzitutto il regime fiscale, che dovrebbe essere premiale, ma che invece non lo è abbastanza. Io tanti anni fa ho ‒ tra virgolette ‒ “inventato” il 5XMille, che è un sistema per finanziare i corpi intermedi, inizialmente volontariato e ricerca. Io lo farei diventare un 10XMille.
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