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Oggi, 1° giugno, è la Giornata mondiale dei genitori, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 2012 con la risoluzione A/RES/66/292 per celebrare l’amore e il sacrificio costanti dei padri e delle madri, finalizzati al benessere e alla felicità dei figli, nonché l’importanza della famiglia per la loro crescita armoniosa.
«Sottolineando il ruolo fondamentale dei genitori nell’educazione dei figli, la Giornata mondiale dei genitori riconosce che la famiglia ha la responsabilità primaria per la cura e la protezione dei bambini. Per lo sviluppo pieno e armonioso della loro personalità, i bambini dovrebbero crescere in un ambiente familiare e in un’atmosfera di felicità, amore e comprensione», si legge sulla pagina web che racconta le origini di questa Giornata.
Nel novembre 2019 l’ultima sessione del gruppo di lavoro per la Revisione Periodica Universale (UPR), strumento del Consiglio per i diritti umani dell’ONU che a cadenza quinquennale esamina lo stato dei diritti umani nei Paesi dell’Unione, ha formulato ben 306 raccomandazioni rivolte all’Italia, 17 delle quali incentrate sui diritti LGBT+, fra cui il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e le adozioni per le coppie dello stesso sesso.
L’ILGA, organizzazione internazionale che sostiene i diritti LGBT+ nel mondo, ha pubblicato il decimo rapporto annuale relativo alle politiche e alle legislazioni di 54 Paesi in Europa e in Asia. È di pochi giorni fa l’emissione della Rainbow map, a esso collegata, fotografia a colori arcobaleno dei Paesi europei più “graditi” in base alle richieste del mondo LGBT+. Anche in questo caso, ritorna come un ritornello malinconico l’invito per il nostro Paese a promuovere l’«omogenitorialità» e addirittura la maternità surrogata.
L’ONU, di nuovo, con l’Agenda 2030 sottoscritta nel settembre 2015 e i suoi 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile sostiene di farsi carico di perseguire per la popolazione mondiale la cosiddetta «salute sessuale e riproduttiva», che, non ci si stancherà mai di dirlo, altro non è che accesso libero se non addirittura incentivato alla contraccezione e all’aborto.
2012, 2015, 2019, 2021. E chissà cosa potrà ancora essere proposto e promosso e sponsorizzato ora del 2030.
Viene da chiedersi allora quale tipo di famiglia l’ONU desideri celebrare e festeggiare con la Giornata di oggi, quale sia la famiglia che considera capace, anzi forse addirittura migliore, per garantire ai bambini uno sviluppo sereno e una vita buona. Forse quella della madre come «concetto antropologico». Quella dell’indottrinamento gender nelle scuole, come vorrebbe il «testo unico Zan» imponendo che in Italia gli istituti scolastici celebrino la Giornata contro l’«omo/transfobia», ogni 17 maggio, data per altro resa istituzionale dall’ONU medesima, già a partire dal 2004. Oppure quella dell’aborto farmacologico in day hospital, rapido e, dicono loro, “indolore”.
Poveri genitori, che Giornata inutile.
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