Il 27 ottobre, con 154 voti favorevoli, il Senato ha bocciato il disegno liberticida di legge intitolato all’on. Alessandro Zan, del Partito Democratico (PD), quello che finge di tutelare alcuni per inibire tutti. Dunque il «ddl Zan» è morto e sepolto.
Il «Decreto infrastrutture»
O meglio: in teoria il testo liberticida è morto e sepolto. In pratica non è così. Appena un paio di settimane dopo la bocciatura del «ddl Zan», infatti, il Senato ha approvato, con voto di fiducia, il «Decreto infrastrutture». E cosa ha a che vedere un testo che si occupa di infrastrutture con l’omotransfobia? Il passaggio in questione: «È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche».
L’impegno del PD
Ci risiamo: secondo quale criterio un messaggio viene considerato sessista, contenente stereotipi di genere o discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale e all’identità di genere? Di nuovo, la tagliola liberticida rischia di abbattersi sulle opinioni non omologate al pensiero dominante a tinte arcobaleno. Ma non è finita. Già in dicembre il Partito Democratico, attraverso il segretario Enrico Letta e l’estensore della legge che porta il suo nome Alessandro Zan, aveva annunciato una mobilitazione nazionale per rilanciare il «ddl Zan».
Le priorità del PD
Ieri Letta è tornato sull’argomento. Intervenuto alla Direzione del Partito Democratico, l’ex presidente del Consiglio ha ammesso che l’approvazione del «ddl Zan» in questa legislatura sarà molto complicata, ma che il tema sarà una delle punte di diamante del suo partito alle elezioni politiche del 2023. «In questa legislatura», le sue parole, «non sarà semplice, ma alle elezioni noi parleremo agli italiani con grande forza delle priorità sui diritti. Tenteremo fino in fondo il tema del “ddl Zan” e quello della cittadinanza».
È bene che si sappia: di fronte al rischio di una guerra in Europa, alla crisi economica, al caro energia, alla divisione sociale, la priorità del Partito Democratico è approvare una legge che mina la libertà d’espressione.
Commenti su questo articolo