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Deo gratias

L’arroganza, l’ostinazione e il massimalismo giacobino dei suoi sostenitori hanno colato a picco il «Ddl Zan»

Marco Respinti di Marco Respinti
28/10/2021
in Editoriali, Politica
66
Reading Time: 2 mins read
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Last updated on Novembre 2nd, 2021 at 04:54 am

Dirlo stamane è la cosa più laica che ci sia. Ieri, infatti, con il voto favorevole di 154 senatori, l’Aula ha approvato gli ordini del giorno sul non passaggio all’esame degli articoli del disegno di legge intitolato all’on. Alessandro Zan, del Partito Democratico (PD), ddl che finge di tutelare alcuni per inibire tutti. Dunque l’esame della proposta non può continuare oltre. Il «Ddl Zan», cioè, è finito. Morto, sepolto, dimenticato.

La maggioranza politica che sosteneva l’approvazione del disegno senza alcuna modifica, cioè PD (con qualche eccezione), Movimento Cinque Stelle e Liberi e Uguali ha perso una battaglia storica e l’ha persa clamorosamente. L’ha persa soprattutto per l’indisponibilità cocciuta a discutere con l’opposizione modifiche ispirate a buon senso e ragione sugli articoli 1 4 e 7 di quel testo, che sono letteralmente irricevibili.

Ora, noi di «iFamNews», assieme a molti altri, sostenuti e confortati dal parere anche tecnico di diversi specialisti, abbiamo sempre ritenuto il «Ddl Zan» inemendabile, irriformabile, costruito e sviluppato su un impianto intrinsecamente errato. Ma, a nostro detrimento, diciamo che, se chi lo ha sostenuto avesse almeno dimostrato qualche spiraglio di buona volontà, sarebbe stato un gesto apprezzabile sul piano civico e civile.

Invece no. L’arroganza, l’ostinazione e il massimalismo giacobino hanno prodotto l’eterogenesi dei fini. Ne siamo contenti, perché, come pure alcuni esponenti della Sinistra e del mondo LGBT+, riteniamo in scienza e coscienza il «Ddl Zan» una grande ingiustizia, che non fa quanto millanta (difendere dalle discriminazioni), bensì preannuncia altri torti e gravi.

Il «Ddl Zan» è insomma solo un ricordo e l’Italia oggi è migliore. Più libera e più uguale, più democratica e più stellata perché mostra e dimostra di possedere ancora anticorpi sani, di essere capace di reagire ai soprusi, di sapere testimoniare la verità laica delle cose.

Ma non bisogna dormire sugli allori mai.

Ieri, infatti, mentre l’Italia stroncava il «Ddl Zan», gli Stati Uniti d’America emettevano il primo passaporto con indicatore di genere «X». Dopo questo esperimento, la nuova opzione sarà disponibile per tutti dall’inizio del 2022.

L’imperialismo LGBT+ della Casa Bianca a regia Joe Biden prosegue facendosi ogni giorno più surreale e non bisogna abbassare la guardia.

Tags: ddl ZanHighlightStati Uniti d'AmericaVetrina
Marco Respinti

Marco Respinti

Marco Respinti è stato il direttore di International Family News fino alla fine del 2022.Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal (Mecosta, Michigan), è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal (L’Aia, Paesi Bassi). Membro del Comitato editoriale del periodico The European Conservative e del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief, è direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e, sul web, di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights.

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