Last updated on Dicembre 12th, 2021 at 04:04 am
Possibile battuta d’arresto per l’eutanasia in Italia. È ciò che si è verificato ieri in commissione Giustizia della Camera. A questo punto, dunque, la proposta di legge sul Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia potrebbe essere praticamente depotenziata durante l’iter di passaggio prima alla Camera, forse il 13 dicembre, e poi al Senato.
L’intervento della Consulta
Ma andiamo con ordine, partendo con un passo indietro. Il 22 novembre 2019, a seguito della vicenda di Dj Fabo (Fabiano Anoniani, 1977-2017), la Corte costituzionale, con una ordinanza, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice penale ‒ che punisce chi induce al suicidio ‒ nella parte in cui non esclude la punibilità «di chi si limiti ad agevolare la realizzazione di un proposito di suicidio liberamente formatosi». Proposito, ha chiarito la Consulta, che provenga da un soggetto «tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e che sia affetto da patologia irreversibile (quindi non necessariamente terminale), fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili».
Il voto di ieri
Di qui la proposta legislativa d’iniziativa popolare di 8 articoli per colmare il vuoto segnalato dalla Corte costituzionale. Dopo una serie di rinvii dovuti all’azione di contrasto della Lega, sottolinea ad «iFamNews» Alessandro Pagano, vicecapogruppo del Carroccio alla Camera, ieri il provvedimento è giunto all’esame della Commissione Giustizia. Via libera ai primi quattro articoli, che tuttavia sono stati riformulati sulla base delle richieste avanzate dal Centrodestra. La Commissione si aggiornerà giovedì prossimo per proseguire l’esame degli articoli prima dell’arrivo in Aula. Poi il testo passerà al Senato.
Lega come argine
Quella che si è registrata ieri, commenta Pagano, «è una straordinaria battaglia tattica e strategica della Lega». L’esponente del Carroccio parla di una «linea dura» del suo partito che «ha costretto PD, M5S e LeU ad accettare una mediazione». Ma se la Lega è contraria all’eutanasia, perché non ha votato contro anziché imbastire negoziazioni? «Bisogna saper cogliere le sfumature», risponde Pagano. «Nelle ultime due legislature in parlamento c’è una vasta componente politica progressista, che dunque ha i numeri per far passare determinate leggi anche con il nostro voto contrario». Riuscire a ottenere una mediazione, dunque, è un modo per depotenziare l’intento delle formazioni politiche progressiste.
Il precedente Zan
«In questi anni abbiamo compiuto dei veri “miracoli” politici», spiega Pagano, «che giustificano pienamente la nostra presenza nel Governo». Il parlamentare del Carroccio si riferisce in particolare al «ddl Zan», che in ottobre è naufragato in Aula del Senato grazie all’approvazione degli ordini del giorno proposti dal Centrodestra sul non passaggio all’esame degli articoli. Ma, più in generale, Pagano parla anche del contrasto a provvedimenti come Ius Soli e patrimoniale. Oggi, ha aggiunto, «speriamo di fare lo stesso anche con l’eutanasia».
Operazione diga
La logica descritta da Pagano è machiavellica. «Tra un po’ il testo sull’eutanasia», spiega, «passerà in Senato, dove continueremo la nostra operazione di miglioramento del testo, sicuri di farcela, perché abbiamo un maggior potere contrattuale dettato dai numeri; dunque la nostra azione sarà ancora più incisiva». Ma qual è l’obiettivo? «La nostra operazione si snoda in due fasi», spiega, «nella prima, alla Camera, dobbiamo smussare le parti peggiori della legge; nella seconda, in Senato, renderla più aderente al dettato della Consulta», cioè, «pieno utilizzo delle cure palliative, che finora sono state lettera morta, e limite dell’agevolazione al suicidio assistito ai soli familiari». Pagano chiama questa formula politica «operazione diga», che ha lo scopo di «contenere l’acqua esondante del relativismo, dei liberal, della “cultura della morte” dentro una muraglia».