Mentre in Italia è stata scritta una pagina importante contro l’«utero in affitto», grazie all’approvazione in Commissione Giustizia della Camera di un testo di legge che persegue questa pratica come reato universale, dall’altra parte dell’Oceano, in Québec, Canada, si procede invece verso la legalizzazione.
La legge
Nel parlamento di questa provincia canadese, infatti, è stato avviato l’iter di approvazione di un testo che assegna valore legale ai contratti firmati tra una «madre surrogata» e i due committenti. La donna che metta a disposizione il proprio utero dovrà avere almeno 21 anni e non ricevere denaro per la prestazione, se non rimborsi per alcune spese specifiche e risarcimento in caso di perdita del lavoro. Dopo la nascita del bambino tenuto in gestazione per conto terzi, la madre dovrà inoltre accettare di non avere più alcun tipo di rapporto con lui.
La protesta delle femministe
Come accade però anche altrove, in Québec ampi settori della società stanno insorgendo contro questo disegno di legge lesivo della dignità della donna e del bambino. Sugli scudi sono anche alcuni gruppi femministi. Tra questi «Pour le Droits des Femmes du Québec» (PDF), che ha pubblicato un documento in lingua francese in cui si denuncia appunto l’industria dell’«utero in affitto».
Femministe contro l’ideologia gender
Il gruppo femminista PDF figura inoltre le associazioni che promuovono una Dichiarazione dei diritti delle donne basata sul sesso biologico. Questo documento, si legge nel sito ufficiale, «riafferma i diritti delle donne e delle ragazze basati sul sesso biologico, e mette in luce la discriminazione risultante dalla sostituzione della categoria “sesso” con quella di “identità di genere”». Il documento ha già ricevuto l’adesione di oltre 31mila persone di 159 Paesi in collaborazione con 436 organizzazioni.
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