Nathan Barbieri, studente al secondo anno del Michigan State University College of Business, ha intentato una causa contro il suo ex professore di economia, sostenendo che le sue convinzioni cristiane lo hanno spinto ad agire. Barbieri ha trovato inquietante il fatto che i soldi delle sue tasse scolastiche venissero incanalati verso organizzazioni con cui era fondamentalmente in disaccordo, come Planned Parenthood. “Per me, come cristiano, è la nostra vocazione. Dobbiamo denunciare le cose brutte che accadono e non solo stare seduti e… subire abusi. Questo è il nostro lavoro”, ha detto durante un’intervista a Fox News Digital.
L’imputata in questo caso è Amy Wisner, ex docente di marketing aziendale presso la Michigan State che si identifica come “femminista intersezionale”. L’Università ha confermato che la Wisner non è più una sua dipendente, come si evince anche dalla sua pagina Instagram. Wisner e Barbieri sono le parti coinvolte in una causa intentata da Alliance Defending Freedom (ADF), un’organizzazione legale impegnata a proteggere la libertà religiosa e i diritti del Primo Emendamento.
Il nocciolo della causa ruota attorno all’insistenza della Wisner affinché ciascuno dei suoi 600 studenti paghi una quota di iscrizione di 99 dollari alla “Comunità della Ribellione”. Questo pagamento obbligatorio, secondo la causa, avrebbe potuto raccogliere collettivamente fino a 59.400 dollari per l’entità. Secondo Wisner, la “Rebellion Community” era una piattaforma progettata per organizzare gli sforzi per sfidare i sistemi oppressivi. Un post sulla sua pagina Facebook ha confermato che tutte le quote associative sono andate a Planned Parenthood e a organizzazioni simili.
Sebbene la scuola di economia dell’Università abbia rimborsato gli studenti per i loro contributi alla “Comunità della Ribellione”, Barbieri ha insistito che non era abbastanza. “L’ho finanziato. E finché quel denaro non sarà riportato indietro, finché non sarà fuori dalle loro mani, sarà ancora con Planned Parenthood, o sarà ancora destinato a un’organizzazione non etica”, ha detto. Oltre al risarcimento monetario, l’azione legale mira anche a implementare un cambiamento di politica all’interno dell’università, per prevenire incidenti simili in futuro.
Commenti su questo articolo