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Perché ho scritto il saggio intitolato In difesa della famiglia naturale
Il saggio In difesa della famiglia naturale, pubblicato nel gennaio 2018, è il motivo per cui la ong “Se Zna!” (ovvero “Si sappia!”) mi ha denunciato prima davanti al Commissario per la protezione dell’uguaglianza della Repubblica di Serbia, poi davanti alla Corte Suprema di Belgrado. Il Commissario mi ha così ingiunto di ritirare il saggio e di scusarmi con gli omosessuali politicizzati autori della delazione, accusandomi di “discriminazione”. Il mio caso verrà quindi discusso davanti alla Corte Suprema domani, 26 gennaio, vigilia della solennità liturgica di san Sava detto l’Illuminatore, principe e primo arcivescovo della Chiesa indipendente serba.
Ho scritto il saggio come contributo al dibattito pubblico innescato dal tentativo di applicare la legge anti-famiglia sull’uguaglianza di genere, basata sull’ipotesi non scientifica del gender. Questa ipotesi è un “alleato” naturale dell’ideologia dell’omosessualismo politico, il cui obiettivo è demolire ogni aspetto della sessualità naturale, ideologia che nega persino l’esistenza di maschi e femmine. Judith Butler è una delle sostenitrici principali di queste menzogne, il cui pensiero viene così sintetizzato dalla specialista tedesca Gabriele Kuby: «La sessualità delle persone è un fantasma, un qualcosa in cui si crede solo perché viene ripetuto spesso. Il genere non può essere associato al sesso biologico, che non ha assolutamente alcun ruolo e che si manifesta solo perché c’è nella lingua e perché la gente crede a cose di cui continua a sentire parlare» [il libro La rivoluzione sessuale globale di Gabriele Kuby è stato analizzato da Dimitrijević sull’edizione in lingua serba di “iFamNews” con tre articoli].
La posizione della Chiesa e la mia
Mi sono occupato della demolizione della famiglia naturale e dell’omosessualismo politico sin dall’inizio del mio lavoro di pubblicista e di catechista, e ho approfondito la mia posizione nel saggio L’insegnamento della Chiesa ortodossa sull’omosessualità. Il peccato o l’orientamento sessuale, pubblicato nel 2011 sul periodico scientifico The New Serbian Political Thought, sotto forma di recensione, che allego a questa memoria. Le prese di posizione presentate nei miei articoli, tra cui il saggio In difesa della famiglia naturale, sono espressione dell’insegnamento religioso e morale della Chiesa ortodossa.
Non ho commesso alcuna discriminazione
Non sono mai stato un “odiatore”: non ho mai odiato chi prova attrazione per persone del proprio sesso perché tra gli insegnamenti fondamentali della Chiesa vi è la lotta contro il peccato e l’amore per il peccatore. Del resto, nel trattare questo argomento non ho mai fatto ricorso a parole offensive o umilianti, giacché, in quanto cristiano, questo modo di fare mi è estraneo.
Né ho avuto intenzione di discriminare alcuna persona, né avrei mai potuto commettere discriminazione. Lo ha notato anche il dottor Slobodan Antonić , professore ordinario nell’Università di Belgrado, nell’articolo Non c’è libertà in Serbia. Proprio come nelle altre colonie.
«Dunque, i fatti sono questi. Il dottor Dimitrijević non svolge alcuna funzione pubblica che gli permetta di discriminare alcuno nel significato vero di questa parola, ovvero nel senso di negare a qualcuno un diritto a cui egli ha diritto. Il dottor Dimitrijević ha pubblicato il saggio sul proprio sito web, che porta il suo stesso nome, “Vladimir Dimitrijević”. Il dottor Dimitrijević si è limitato a esprimere giudizi di valore di natura generale (in quel contesto la frase “è solo naturale” non è, dato che non si tratta di biologia, un giudizio descrittivo, bensì un giudizio di valore e non riguarda direttamente, nel senso di essere una calunnia intesa come affermazione falsa, alcun gruppo o persona in particolare. Il dottor Dimitrijević non ha inferito alcuna istigazione alla violenza o azione anticostituzionale da alcuno dei propri giudizi di valore. Tuttavia al dottor Dimitrijević è stata imputata l’accusa secondo cui il suo saggio, pubblicato sul suo sito web personale, avrebbe comportato discriminazione delle persone LGBT+. Il dottor Dimitrijević non può difendersi, per esempio, chiedendo prova concreta del fatto che il suo testo abbia comportato discriminazione. Insomma: John Johnson ha letto il saggio del dottor Dimitrijević e poi ha negato questo e quel diritto a Jack Jackson; naturalmente il dottor Dimitrijević non ha diritto alla presunzione di innocenza; l’onere della prova, però, in quanto imputato, è a suo carico; dunque per difendersi il dottor Dimitrijević deve dimostrare che dal suo saggio non è emerso alcun concreto caso di discriminazione».
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