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La droga come coltura e cultura

La psichedelia torna di moda. Nel mezzo ci ballano un mucchio di quattrini e tante bugie. Leggere per credere

Andrea Bartelloni di Andrea Bartelloni
30/10/2021
in Cultura, In evidenza
155
Reading Time: 5 mins read
0
Psichedelia

Image from Max Pixel

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Last updated on Novembre 2nd, 2021 at 04:52 am

«Mai rassegnarsi, mai scappare. Meglio affrontare tutto, e soffrire. Non è poi così male ma mai, in nessun caso, rassegnarsi». Forse la nostra vita sta perdendo significato, forse non si riesce più a capirsi, a superare le difficoltà e a comportarsi come esorta Etty Hillesum (1914-1943) nel suo Diario. La giovane ebrea neerlandese, morta ad Auschwitz all’età di 29 anni, è infatti un esempio di forza e di carattere esercitate in circostanze drammatiche. Oggi si tende invece a fuggire le difficoltà e a nasconderle, magari rifugiandosi in paradisi artificiali.

Fra il 26 settembre e il 3 ottobre, nel «crossroads of the world», in Times Square, il distretto commerciale di Manhattan, a New York, cioè quello più trafficato al mondo, dove transitano milioni di persone ogni anno, sul Bird Billboard al 719 della 7th Avenue, è comparso un cartellone grande come un grattacielo. Presentata come una campagna pubblicitaria in controtendenza con le solite réclame, incentrata sulle cure con medicamenti di origine vegetale, ha lanciato «un messaggio di guarigione in un mondo che pensa solo al profitto». Era la campagna #CelebratePlantMedicine di DoubleBlind Mag, cioè la prima campagna pubblicitaria sugli allucinogeni mai apparsa negli Stati Uniti d’America.

Rinascimento psichedelico

DoubleBlind Mag (cioè «magazine») si occupa di sostanze psichedeliche e  si era già prodotta, a suo tempo, con il primo cartellone pubblicitario sulla cannabis, ancora in Times Square, illustrando una campagna voluta dalla Honeysuckle Magazine che collabora anche a questa iniziativa assieme a Musings Magazine (fondata dall’ecologista Susan Rockefeller), Muses Moment e Rainbo, che tratta funghi medicinali. Il concetto veicolato dalla campagna mira a sdoganare i medicinali vegetali: cannabis e funghetti allucinogeni cosiddetti «magici», all’insegna della trasformazione personale. «Sempre più persone se ne stanno interessando», precisa comunque Shelby Hartmann, direttrice di DoubleBlind Mag, «ma spesso […] noi diciamo che, sebbene dotati di un potenziale incredibile di guarigione, le sostanze psichedeliche non sono per tutti e non risolveranno tutti i problemi di una persona».

Nel frattempo la città di Seattle ha votato all’unanimità, il 4 ottobre, la depenalizzazione del possesso non commerciale di molte sostanze allucinogene destinate a «pratiche religiose, spirituali, terapeutiche o per la crescita personale».

Pure in Europa monta comunque l’onda psichedelica. Da diversi mesi ricorre il mantra del «rinascimento psichedelico» su articoli e libri che magnificano gli effetti e le potenzialità delle sostanze allucinogene, dall’LSD ai funghi, ma ivi compresa l’Ecstasy.

In Germania la pandemia da CoViD-19 sembrerebbe averne generata una seconda, quella degli affetti da problemi di natura psichiatrica. Si contano infatti a milioni le persone depresse a cui viene prospettata una terapia a base di un allucinogeno, la psilocibina, il cui principio attivo è stato isolato proprio dai funghi «magici». Le perplessità sono peraltro notevoli, come indica il periodico scientifico Nature, sottolineando come per la sperimentazione vengano reclutate «persone che hanno avuto esperienze precedenti nell’assunzione di sostanze psichedeliche», le quali sono quindi maggiormente propense «a esprimersi in modo positivo sull’argomento».

Sondaggi truccati

Nature mette in guardia da altri potenziali fattori di confusione: «I moduli di consenso rivelano già le aspettative. I soggetti interpellati hanno quindi già un pregiudizio» e la presenza di fattori che non hanno nulla a che vedere con l’effetto farmacologico (il contesto e l’aspettativa) possono svolgere un ruolo fondamentale. Ma va pure aggiunto che in questi studi non è possibile ottenere il cosiddetto «cieco» che non consente ai soggetti di sapere se stiano davvero assumendo un farmaco oppure no e questo compromette in modo decisivo la validità degli studi randomizzati su sostanze allucinogene.

L’utilizzo delle sostanze psichedeliche in psicoterapia è del resto bene indagato dallo psichiatra Ermanno Pavesi, il quale, non negandone l’utilità nello studio degli psicofarmaci, ne denuncia l’uso in chiave di depersonalizzazione e di indebolimento dell’io. Solo perdendo il proprio stato di coscienza si riacquisterebbe infatti quell’unità con il cosmo che si è perduta dopo secoli di influenza della civiltà umana e specialmente della cultura occidentale.

Soldi. Tanti

Ci sono poi prospettive di guadagni enormi: la ATAI life Sciences, del tedesco Christian Angermayer, dopo tre anni di attività è valutata oltre tre miliardi di dollari statunitensi e ha compartecipazioni in Compass Pathways, la società britannica produttrice di una psilocibina sintetica che è stata la prima azienda del settore a venire quotata al Nasdaq a cinque anni dalla fondazione. Oggi vale un miliardo di dollari. Si riuscirà allora a non morire allucinati? In Italia la raccolta di firme per il referendum sulla cannabis ha raccolto un numero altissimo di adesioni, ma la notizia più clamorosa viene dal Lussemburgo, che legalizza la coltivazione domestica di cannabis per battere (dice) la criminalità organizzata e le mafie ma che è smentito da Amsterdam. Il Paese dove tutto è permesso, infatti, è sempre più in mano a trafficanti violenti e senza scrupoli che dettano legge non solo con cannabis e hashish, ma pure con e tutto il panorama delle droghe reperibili sul mercato. Chi andrà a spiegarlo ai paladini dello Stato liberalizzatore che dovrebbe sconfiggere le narcomafie?

Tags: DrogaHighlightVetrina
Andrea Bartelloni

Andrea Bartelloni

Andrea Bartelloni, nato nel 1956, vive a Marina di Pisa (Pisa). Medico chirurgo, collabora con testate locali e nazionali. Ha curato e collaborato a pubblicazioni storiche e scientifiche con particolare interesse nei confronti dei rapporti tra scienza e fede. Con Francesco Agnoli è autore di Scienziati in tonaca

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