In una causa federale per omicidio colposo presentata in Texas, Liana Davis accusa Christopher Cooprider, un Marine degli Stati Uniti e padre di suo figlio non ancora nato, di aver ucciso il suo bambino non ancora nato. Davis sostiene che, dopo aver ripetutamente rifiutato le sue richieste di aborto, Cooprider ha aggiunto alla sua bevanda calda delle pillole che inducono l’aborto – ottenute dal fornitore di telemedicina Aid Access – senza che lei ne fosse a conoscenza o avesse dato il suo consenso. Il risultato, sostiene Davis, è stato un aborto spontaneo a circa otto settimane.
Secondo la denuncia di Davis, Cooprider l’ha ripetutamente messa sotto pressione affinché abortisse il loro bambino. Nonostante il costante rifiuto della Davis, lui le portò a casa delle pillole abortive nella speranza che lei cedesse. La causa cita prove di messaggi di testo in cui Cooprider parlava del nascituro come di un “fallimento” e sminuiva il desiderio di Davis di portare a termine la gravidanza.
La causa nomina inoltre Aid Access e la sua fondatrice, la dottoressa Rebecca Gomperts, come imputati. Il team legale di Davis sostiene che l’organizzazione ha spedito consapevolmente pillole abortive in Texas – uno Stato in cui quasi tutti gli aborti sono vietati – violando sia le leggi statali che il Comstock Act federale, che limita l’invio di materiale legato all’aborto. La causa è guidata dall’avvocato pro-life Jonathan Mitchell, noto per aver elaborato il divieto di aborto di sei settimane in Texas.
Questo caso mette in evidenza i pericoli dell’aborto, soprattutto quelli legati alla facilità di accesso alle pillole abortive e alla pratica comune di spedirle oltre i confini statali. Sulla scia dell’annullamento della sentenza Roe v. Wade, le pillole abortive e il loro trasferimento attraverso i confini statali sono diventati uno dei problemi principali affrontati dal movimento pro-vita. L’abuso presente in questo caso dimostra quanto possano essere pericolose le pillole abortive, e il risultato di questo caso avrà sicuramente effetti di vasta portata sulle tutele messe in atto sia per le donne che per i loro figli non ancora nati.
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