Last updated on marzo 30th, 2021 at 01:13 am
Ciò che oggi sembra fantascienza in alcuni laboratori sta diventando realtà. Lo testimonia un’immagine: un pallino grigio volteggia sensibilmente in un liquido dentro un barattolo di vetro. A ben guardare si riconoscono le cellule cardiache, la testa e gli arti: è un embrione vivo di topo. L’istantanea è stata scattata in Israele, dove un gruppo di ricercatori ha coltivato embrioni di topi in uteri artificiali per dodici giorni, che è circa la metà del periodo di gestazione normale del roditore. Lo studio è stato pubblicato sul prestigioso periodico scientifico Nature.
Il prossimo è l’uomo
È un primo passo concreto verso la cosiddetta «ectogenesi», ossia la gestazione in uteri artificiali. Sono gli stessi ricercatori ad affermare che gli embrioni umani potrebbero essere i prossimi. «Questo pone le basi per altre specie», afferma a MIT Technology Review Jacob Hanna, biologo dello sviluppo al Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, che ha guidato il gruppo di ricerca. «Spero che questo permetta agli scienziati di far crescere embrioni umani fino alla quinta settimana». Hanna ritiene del resto che gli embrioni cresciuti artificialmente potrebbero sostituire nella ricerca i tessuti derivati dagli aborti ed essere anche utilizzati per trattamenti medici.
Embrioni come riserve di organi
Attualmente, come rileva Michael Cook, direttore del portale di informazione sulla scienza Mercatornet, vige un tacito divieto globale tra scienziati: interrompere le indagini sugli embrioni dopo il 14esimo giorno di sviluppo. Ma molti tra bioeticisti e scienziati vorrebbero estendere il periodo. Hanna è tra questi. «Il vantaggio di far crescere embrioni umani fino alla terza, quarta e quinta settimana è inestimabile. Penso che esperimenti di questo genere dovrebbero quanto meno essere presi in considerazione. Se si riuscisse ad arrivare a un embrione umano avanzato, si potrebbe apprendere molto», dice lo scienziato israeliano.
Secondo William Hurlbut, medico e bioeticista nella Stanford University, in California, si potrebbero coltivare embrioni per avere, all’occorrenza, disponibilità di organi. «Non credo che l’espianto di organi sia così inverosimile», afferma: «alla fine ci si potrebbe arrivare». Del resto, aggiunge Hurlbut, «la frontiera scientifica si sta spostando dalle molecole e dalle provette agli organismi viventi».
L’altro studio
Più che altro la frontiera sembra spostarsi dalla scienza alla fantascienza. Tornano alla mente le pagine de Il mondo nuovo, scritto nel lontano 1932 dallo scrittore e filosofo inglese Aldous Huxley (1894 -1963): un romanzo nel quale i bambini nascono artificialmente, attraverso provette e, appunto, uteri artificiali. La nostra è un’epoca in cui si avverte una certa esuberanza nel campo della ricerca: sullo stesso numero di Nature dove compare la ricerca sui topi trova spazio un altro gruppo di scienziati che ha condotto un esperimento in grado di far auto-assemblare cellule della pelle e cellule staminali. Ne sono venuti fuori i cosiddetti blastoidi, una sorta di versione artificiale dei blastocisti, cioè gli embrioni all’ultimo stadio di sviluppo preimpianto.
Addio gravidanza naturale?
L’asticella sembra dunque spostarsi sempre più in là. Come fa notare Cook, il primo confine etico è stato abbattuto quando sono iniziate le sperimentazioni sugli embrioni umani. Poi, nel 2007, è stato posto il limite dei 14 giorni. «All’epoca sembrava impossibile far crescere embrioni in laboratorio oltre» quel periodo, osserva il direttore di Mercatornet. «Ora che sembra fattibile», prosegue, «si spingerà più in là per far crescere» gli embrioni artificialmente «fino a un nuovo limite».
Il finanziamento dell’UE
Ma nella mente di alcuni il limite non esiste proprio: l’obiettivo di costoro è giungere alla nascita di un essere umano al di fuori del corpo femminile. Basti pensare che l’Unione Europea ha finanziato, con 3 milioni di euro, il progetto di un utero artificiale i cui promotori affermano candidamente: «Immagina un futuro in cui gli attuali limiti alla procreazione non esisteranno più, ma dove la vita potrà essere creata e raccolta in modo nuovo. Un futuro in cui la gravidanza naturale è sostituita da un grembo artificiale».