L’esponente repubblicano, Greg Abbott, suggerisce che Il Texas avrà una legge per la promozione della libertà educativa attraverso l’istituzione di uno strumento equivalente al buono scuola. Nella città di Corsicana ha detto: «Molte scuole pubbliche in Texas sono eccellenti, ma dobbiamo fare di più per garantire a ogni studente la migliore istruzione possibile a sua disposizione. In definitiva, nessuno meglio dei genitori sa cosa sia meglio per il successo di un figlio. In questa sessione legislativa daremo a ogni genitore la possibilità di scegliere la migliore opzione educativa di alta qualità per il proprio figlio. Insieme, tracceremo un percorso verso futuri più luminosi e maggiori opportunità per i giovani texani in tutto il nostro stato».
Abbott intende raggiungere l’obiettivo della libertà di scelta educativa per le famiglie attraverso l’espansione del sistema dell’Education Savings Account (Esa). La procedura dovrebbe essere ora estesa a tutti gli studenti delle scuole dell’obbligo in Texas. Nel conto corrente vincolato verrebbero versati ogni anno 10 mila dollari, che la famiglia è obbligata a spendere per costi scolastici, ma libera di scegliere fra i vari tipi di scuola presenti nello stato. Come si legge sul sito del Partito repubblicano del Texas, si tratterebbe di «distribuire i fondi pubblici per l’educazione in modo che seguano lo studente in qualunque scuola di sua scelta, pubblica, privata, charter (scuole a finanziamento misto pubblico-privato diffuse nel mondo anglosassone – ndt) o educazione parentale, attraverso strumenti di esenzione fiscale e/o crediti d’imposta».
Infatti, non è ancora stabilito se i “buoni scuola” consisteranno di denaro effettivamente versato dallo Stato o crediti d’imposta. Secondo Abbott, dovranno in ogni caso soddisfare i criteri stabiliti nel suo Parental Bill of Rights, già presentato nella scorsa legislatura, che si prefigge di espandere le possibilità di scelta della scuola attualmente disponibili tramite Esa agli studenti con disabilità a tutti gli studenti del Texas, di modificare la costituzione dello stato per rafforzare il diritto di un genitore come principale decisore in tutte le questioni che coinvolgono i loro figli.
Contro la riforma di Abbott sono docenti e sindacalisti della scuola pubblica e da buona parte della stampa del Texas, che paventa una diminuzione delle risorse a disposizione delle scuole statali. Michael Hinojosa, ex sovrintendente dell’uno dei più popolosi distretti scolastici del Texas sul Dallas Morning News ha detto: «È già in atto una diminuzione delle risorse per le scuole. I distretti scolastici devono già far fronte a problemi come la carenza di insegnanti e altro ancora. In questo modo le risorse saranno ulteriormente frammentate. L’altra questione è che i dirigenti delle scuole private non devono necessariamente rendere conto di quello che fanno. I docenti possono non aver dato l’esame di abilitazione e le scuole non sono obbligate ad adeguarsi alle norme anti-discriminazione. Possono scegliere loro chi iscrivere nella scuola, e come abbiamo visto in altri stati, l’80 per cento dei ragazzi che usufruisce dei buoni scolastici frequentava già una scuola privata. Non sono stati tirati fuori dai quartieri degradati».
Secondo gli ultimi sondaggi la maggioranza dei texani – anche quelli delle aree rurali – è favorevole alla politica che Abbott intende adottare. «I genitori nelle zone rurali non rinuncerebbero mai alle loro scuole pubbliche. Le scuole pubbliche sono il cuore della comunità, e continuerà ad essere così», commenta Laura Colangelo, direttore esecutivo della Texas Private Schools Association, favorevole all’introduzione degli Esa per tutti. «Probabilmente non ci sono molti ragazzi che vorrebbero un’altra opzione, e non ci sono molte scuole private in questo momento nelle zone rurali. Quindi penso che quelle scuole rurali abbiano ben poco di cui preoccuparsi».
Abbott insiste molto sulla necessità di garantire i diritti delle famiglie a proteggere i propri figli da forme di indottrinamento che si verificherebbero a scuola. «Le famiglie sono arrabbiate per i programmi woke che vengono imposti ai loro bambini nelle nostre scuole», ha detto in occasione del suo discorso a Corsicana. «Le nostre scuole esistono per educare, non per indottrinare».
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