Influencer. E se tornassero a esserlo i genitori?

Le parole di una diciassettenne, le responsabilità degli adulti

Image from Google

Last updated on Febbraio 6th, 2020 at 01:08 am

Iris Ferrari è una bella ragazzina bruna, che compirà 17 anni fra pochi giorni. Ha all’attivo due libri, il primo pubblicato nel 2018 e l’altro nel 2019, e i suoi “firmacopie” in giro per l’Italia richiamano numeri esorbitanti di bambine o poco più (il target è 11-13 anni, più o meno), che per lei attendono in piedi e al freddo anche quattro o cinque ore (c’ero anch’io un sabato pomeriggio d’inverno in piazza del Duomo a Milano per accompagnare due giovanissime ed emozionate lettrici). Scandiscono «Iris! Iris!» e aspettano pazientemente che arrivi il loro turno per una foto abbracciate alla loro beniamina e l’autografo sul libro.

La star adolescente ha esordito con video “carini” su Musical.ly (ora si chiama TikTok) e oggi ha un canale YouTube che conta 701mila follower, che lei chiama «team unicorni». Il suo manager è Francesco Facchinetti, sua mamma è la giornalista e conduttrice televisiva Roberta Ferrari. Il sospetto, dunque, che non tutto ciò che la ragazzina fa e dice sia farina del suo sacco potrebbe sinceramente sfiorare la mente.

Ogni domenica alle 19 Iris posta un nuovo video e parla alle coetanee, o persino a ragazzine un po’ più giovani, di emozioni, vita quotidiana, scuola, rapporti non sempre facili con i genitori, primi innamoramenti.

Un paio di settimane fa il video è stato Essere gay. Nel momento in cui scrivo ha totalizzato 138.763 visualizzazioni, 14.902 like e solo 277 pollici versi. Iris vi esordisce dicendo che ha deciso di parlare di questo argomento perché «richiestissimo» dai suoi “unicorni” e afferma che qualunque distinzione fra eterosessuali (come per altro si dichiara) e «parte della LGBT» (cito) è assurda e incomprensibile, poiché sulla Terra siamo sette miliardi, e tutti siamo diversi. Anche le distinzioni «all’interno della LGBT» le paiono assurde, parimenti per lo stesso motivo.

Non bisogna essere sfegatati fan di Iris per concordare sul fatto che ogni essere umano debba essere se stesso, che sia unico e irripetibile, e che meriti tutto il rispetto dovuto a ogni persona. Ma questo non significa, come invece fa Iris, con sicumera e occhi stellati (letteralmente, grazie ai filtri applicati video…), sdraiarsi alla banalità sentimentalista sostenendo che l’amore nasce solo dal cuore e mai dalla ragione, che non esista giusto e sbagliato, che l’amore sia sempre amore comunque si manifesti.

Soprattutto è profondamente sbagliato che un messaggio di questa portata giunga da una ragazzina di quella età, che gode però della fiducia di tante bambine della scuola media con le antenne sintonizzate – come il clima dei tempi impone – sull’ennesimo influencer di turno. Perché la giovane Ferrari questo è: una che influenza e indirizza.

E allora come non leggervi, in filigrana, le parole di un pensiero mainstream dettato dagli adulti, spinto sempre a relativizzare, a riportare tutto al principio del piacere, a sostenere ciò che non è sostenibile per il semplice fatto che fa comodo?

Ma questo accade solo perché gli adulti rinunciano a educare, cosa che invece urge più che mai nella nostra società liquefatta, abitata da ragazzi spaesati e orfani di uno sguardo più “alto”. Una modesta e sensata proposta potrebbe allora essere quella che i genitori toranassero a essere loro gli influencer, senza farsi scippare il ruolo da una ragazzina. Per farlo, però, debbono ricominciare a crederci.

Exit mobile version