In Oklahoma niente «X» “non binaria” sui documenti

Approvato un disegno di legge che entra in vigore immediatamente

Image from Pixabay

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Oklahoma in controtendenza. Mentre si moltiplicano in mezzo mondo occidentale le autorità politiche che introducono le «X» sui documenti d’identità per le persone cosiddette «non binarie» (ovvero che non si riconoscono né in un maschio né in una fvemmina), in quello Stato del Midwest il governatore Kevin Stitt, Repubblicano, ha firmato un disegno di legge che vieta esplicitamente di indicare il genere «non binario» sui documenti d’identità. O si è maschi o si è femmine: nessun simbolo o scritta può affermare qualcosa di diverso.

La causa

La legge, avendo seguito una procedura d’urgenza, è entrata in vigore immediatamente. Tutto nasce da un ordine esecutivo del governatore Stitt che ha impedito al ministero della Salute dell’Oklahoma di rilasciare certificati di nascita neutrali quanto all’identità sessuale. In novembre, infatti, un cittadino di quello Stato aveva vinto una causa e quindi fatto cambiare il proprio certificato di nascita aggiungendo, alla «F«» che indica female e alla «M» di male, una «X» appunto «non binaria».

La scienza

Sheila Dills, deputata alla Camera dell’Oklahoma, ha commentato: «Le persone sono libere di credere ciò che vogliono quanto alla propria identità, ma la scienza ha stabilito che alla nascita le persone sono biologicamente o maschi o femmine». Pertanto, ha aggiunto, «sui documenti ufficiali si vuole chiarezza e verità. Le informazioni debbono basarsi su fatti medici accertati e non sul dibattito in continua evoluzione che è in corso nella società,».

Gender? Una sciocchezza

Michael Bergstrom, primo firmatario del disegno ora divenuto legge, ha affermato che «in questa continua guerra al buon senso bisogna alzarsi in piedi e porre fine alle sciocchezze sul sesso biologico. Non è una questione complicata: biologicamente o si è maschi o si è femmine. Non esistono altre opzioni tra cui scegliere su un certificato di nascita». E ha concluso: «Sono contento che anche i miei colleghi alla Camera abbiano visto la necessità di sostenere la scienza e abbiano approvare questa misura».

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