Chi avesse notizia, anche solo parziale, della vita di Carlo Casini, già deputato alla Camera, parlamentare europeo, docente di Diritto Internazionale e di Diritti dell’uomo nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Medaglia d’argento al merito della redenzione sociale, nonché fondatore del Movimento per la Vita (MpV) e suo presidente fino al 2015 (sostituito poi dalla figlia Marina Casini Bandini) non avrebbe dubbi nel definirlo un uomo di azione.
La sua attività instancabile l’ha visto protagonista dell’iniziativa Uno di Noi, lanciata nel 2012, che ha mobilitato quasi due milioni di cittadini europei (ma la Commissione Europea voltò le spalle) uniti nel chiedere che la vita dell’embrione umano venisse riconosciuta, e dunque rispettata nella propria dignità e integrità.
Attraverso il progetto Gemma, avviato nel 1994 dal MpV come servizio per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà, sono stati salvati più di 24mila bambini: a più di 24mila mamme è stata cioè restituita la libertà di non abortire.
Eppure quest’uomo di azione, di battaglie e di dedizione sa anche parlare di contemplazione. Lo fa per esempio con le pagine di La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana (Movimento per la Vita Italiano, Roma 2019), un’antologia di suoi testi, editi e inediti, curata dalla figlia Marina, e arricchita dalla Prefazione del magistrato Cesare Anzani e dalla Postfazione del caporedattore di Avvenire, Francesco Ognibene.
Il lettore viene condotto, quasi in punta di piedi, nella profondità delle ragioni di una esistenza spesa in difesa della vita umana. Citando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, dove, al termine della Seconda guerra mondiale, venne riconosciuto che «il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo consiste nel riconoscimento della dignità di ogni essere umano», Casini mostra come questo postulato della ragione sia socialmente indispensabile «[…] sennò le tragedie non sono evitabili». Non è necessaria alcuna ideologia, alcun credo (politico o religioso), alcuna particolare inclinazione filosofica, per condividere questo giudizio: si impone, come una evidenza che non crea fratture, ma dialogo tra gli uomini, accomunati dal senso del mistero che avvolge la vita. Quel senso di nostalgia e di attesa non sono del resto altro che apertura all’infinito.
Casini a questo infinito ha dato un nome, un volto, assumendo le sembianze di «un’entità orante», come Giorgio La Pira (1904-1977) ha mirabilmente definito l’essenza profonda dell’uomo. L’orazione e la contemplazione sono infatti il luogo in cui lo sguardo della ragione si eleva dal materiale, vede oltre il visibile e si spinge all’intuizione dell’essenza. Ecco l’invito: «lasciamo che la luce della Rivelazione irrompa pienamente. Davvero devo restare in ginocchio di fronte ad ogni vita che comincia. Essa rinnova quotidianamente il mistero dell’amore di un Dio Creatore […] Dio stesso si è fatto uomo, ha vissuto come morula, embrione, feto, nelle viscere di una donna; si è fatto carico di tutte le sofferenze umane lasciandosi torturare e uccidere sulla croce. […] Non basta. Dio esce da se stesso fino al punto di diventare cosa, pane, vino. Si fa mangiare dall’uomo, si fa mescolare ai succhi gastrici di ciascuno per immedesimarsi in ognuno. Come possiamo credere in un mistero siffatto se dubitiamo dell’umanità dell’essere umano che comincia a vivere nel seno materno?».
Una novità di sguardo che permette di esclamare a gran voce «Ecce Homo» di fronte al più povero dei poveri, l’embrione umano, assumendone, non scansandone, la responsabilità. Anzi auspicando ‒come fa la nuova campagna del MpV, Cuore a cuore, che utilizza a proposito un linguaggio provocatorio, paradossale, per sfidare le donne, le madri ‒ «[…] un nuovo femminismo, che dia l’avvio a un nuovo umanesimo, proclamando che ogni figlio concepito è uno di noi». Un libro da leggere in ginocchio.
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