Last updated on Novembre 28th, 2022 at 12:22 pm
Eva Edl ha 87 anni. Nata in Germania, sopravvissuta a un campo di concentramento sovietico per prigionieri di guerra, dopo il Secondo conflitto mondiale si è trasferita negli Stati Uniti d’America. A Nashville, nel Tennesse, questa signora ancora lucida e attiva si occupa di ciò che considera una missione, vale a dire la difesa della vita nascente contro la piaga dell’aborto.
La sua storia è stata raccontata in un libro, She Looks Like My Little Girl: The True Story of Eva Edl and Her Rescue from a Concentration Camp to Become a Rescuer of Preborn Children, pubblicato dallo scrittore James Johnston nel 2020, e sul sito web che porta il suo nome.
Il 6 ottobre la signora Edl è stata accusata dal Dipartimento di Giustizia statunitense, insieme ad altri sostenitori della causa pro-life, di avere infranto la legge, nello specifico di avere impedito l’accesso a una clinica abortiva violando pertanto il Freedom of Access to Clinic Entrances Act (FACE), nel marzo 2021, a Mount Juliet, un sobborgo a una trentina di chilometri da Nashville. Secondo l’accusa la Edl, che, si ricordi, ha 87 anni, e altre persone avrebbero addirittura usato «la forza e l’ostruzione fisica» per impedire il regolare svolgimento delle attività della clinica.
Fra gli accusati vi è anche Paul Vaughn, un padre di famiglia, presidente della sezione del Tennessee di Personhood Alliance, organizzazione di attivisti pro-life di impostazione biblica. L’uomo, per altro, non sarebbe neppure stato fra coloro che manifestavano pacificamente a Mount Juliet, sedendo davanti alla clinica e pregando, ma sarebbe semplicemente intervenuto per mediare fra i partecipanti al sit-in e la polizia, intervenuta per farli sloggiare.
Ciò non ha impedito ad alcuni agenti dell’FBI, dopo un anno e mezzo, di presentarsi a casa sua alle sette del mattino, mentre Vaughn stava per uscire per accompagnare i figli a scuola. Armi in pugno, gli agenti l’hanno arrestato davanti alla famiglia atterrita, l’hanno caricato in auto senza documenti né cellulare, l’hanno condotto in carcere e solo dopo alcune ore l’intervento del suo avvocato avrebbe procurato il suo rilascio.
La vicenda di Vaughn ricalca in maniera impressionante quanto accaduto di recente a Mark Houck, arrestato dall’FBI con modalità analoghe nel mese di settembre in Pennsylvania, anch’egli accusato dal Dipartimento di Giustizia statunitense di avere infranto il FACE nel corso di una manifestazione anti-abortista, nell’ottobre dell’anno scorso.
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