Last updated on Settembre 18th, 2021 at 09:35 am
Il binomio tra aborto e cinema è di nuovo di stretta attualità. Alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha trionfato ottenendo un Leone d’Oro il film L’événement. Ambientato in Francia nel 1963, prima che l’interruzione volontaria di gravidanza fosse legalizzata, narra la storia di una giovane che percorre la via dell’aborto clandestino. In filigrana molti ne hanno letto una rivendicazione “politicamente corretta”.
L’arrivo in sala
Niente di tutto ciò nel film Unplanned. Qui non prevale alcuna rivendicazione, piuttosto irrompe sulla scena la durezza rivoltante della pratica abortiva e il dramma che si sviluppa nell’animo di un’attivista pentita. La pellicola statunitense, tratta dal libro omonimo sulla vera storia di Abby Johnson, ex impiegata di un certo livello dell’industria abortista Planned Parenthood, è arrivata in Italia questa estate grazie alla Dominus Production, casa di produzione e di distribuzione fondata e guidata da Federica Picchi. Questi sono giorni di anteprime in sala per il suo film prima del lancio nazionale del 28 settembre: martedì ha riscosso molto successo a San Marino, dove si sta svolgendo un’accesa campagna referendaria sulla legalizzazione dell’aborto, il giorno successivo è andato in scena a Bologna con tanto di collegamento video finale in diretta con la protagonista Abby Johnson, stasera sarà a Milano e il 22 settembre a Roma, al Cinema Adriano di piazza Cavour con inizio alle ore 20.30.
Grande interesse
«È un film fondamentale, perché è autentico, parla di una storia vera riportando pedissequamente i fatti», spiega ad «iFamNews» Federica Picchi. «La storia di Abby è molto toccante», aggiunge, «passa per delle crisi di coscienza, per una grande apertura mentale da parte della protagonista. È un film che, al di là di come la si pensi sull’argomento, credo che vada visto». L’interesse del resto è diffuso. Lo testimonia il fatto che i biglietti disponibili per le sale vengono esauriti in brevissimo tempo. «Siamo costretti a organizzare più proiezioni in una stessa città per soddisfare la mole di richieste che ci arriva», spiega. «Ovunque abbiamo dovuto aprire la doppia sala, tre sale a Treviso, addirittura a Verona quattro». «Purtroppo il mondo del cinema è molto ideologizzato, spesso i premi vengono assegnati sulla base dell’ideologia che li muove e non del valore del prodotto», lamenta la Picchi. Che aggiunge: «Questo approccio però non rispecchia il sentimento della gente, che cerca verità, storie autentiche».
Green Pass
Dunque il film riparte, nonostante una sospensione nelle settimane scorse decisa da Federica Picchi. «Non ho mai messo in forse l’uscita nazionale del 28-29 settembre, ho voluto però sospendere le anteprime del mese di agosto come campanello di allarme verso una regola, quella del Green Pass, che così attuata è sbagliata». Federica Picchi precisa che «se il Green Pass vuole essere un modo per rendere alcuni spazi Covid-free, allora si dovrebbe accedere solo tramite tamponi negativi, invece», aggiunge, «questa del Green Pass è una manovra pensata probabilmente per altro, e che colpisce alcuni settori economici in modo discriminatorio. Per altro offre criticità dal punto di vista sociale, perché discrimina le persone in base al reddito. L’ obbligo di Green Pass dovrebbe esserci con la contemporanea fornitura di tamponi gratuiti».
Polemiche a parte, la Picchi tiene a ribadire: «In ogni caso ora ci apprestiamo all’uscita nazionale di un film che affronta un tema fondamentale, quella della tutela della vita nascente, la cui violazione è forse il più grave dei mali dell’umanità. Concentriamoci su questo. Invito, quindi, chi non può accedere alle sale ad acquistare comunque il proprio biglietto magari per donarlo a chi non ha ancora maturato questa sensibilità».
Qui l’elenco delle anteprime nazionali, in continuo aggiornamento