Last updated on Novembre 28th, 2021 at 11:36 am
Il 27 ottobre, con 154 voti favorevoli, il Senato ha bocciato per sempre il disegno liberticida di legge intitolato all’on. Alessandro Zan, del Partito Democratico (PD), quello che finge di tutelare alcuni per inibire tutti. Dunque il «Ddl Zan» è morto e sepolto. Un bel niente: il «Ddl Zan» è in vigore. Almeno in buona parte.
Una manciata di giorni dopo quella bocciatura solenne e sonora, infatti, l’Unione Europea ha annunciato di essere pronta a colmare la lacuna, promettendo di calare presto dall’alto un «Ddl Zan» di portata e di dimensione continentali, di modo che nessuno possa sfuggire non solo in Italia. Poi, ancora dopo solo qualche giorno, approfittando di ponti e di festività, il governo italiano si è affrettato a varare il cosiddetto «Decreto infrastrutture», cioè un pezzo di «Ddl Zan» travestito da lampadina fulminata con cui discriminare tutti a fronte di pochissima resistenza parlamentare. In più nelle scuole italiane pende, come spada di Damocle sulla testa delle famiglie, un «piano dell’offerta formativa trans».
Insomma gran parte del «Ddl Zan» è già in essere, il resto lo sarà. Fantastico. A cosa serve cioè il parlamento? A cosa serve la democrazia?
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