Tutto è ormai pronto per la manifestazione «Scegliamo la vita». L’appuntamento è per domani, sabato 21 maggio, a Roma, in piazza della Repubblica, per un evento che, per molti versi, ricalcherà la precedente Marcia per la Vita, con alcune novità non meramente formali. «iFamNews», ne parla con Massimo Gandolfini, neurochirurgo, leader del Family Day e portavoce della manifestazione, assieme a Maria Rachele Ruiu.
Professor Gandolfini, poche ore ormai ci separano dall’atteso evento della manifestazione «Scegliamo la vita». Che aspettative ci sono intorno a questo appuntamento?
Abbiamo la sensazione di un’accoglienza molto favorevole all’evento, quindi speriamo concretamente in una partecipazione numerosa. L’appuntamento è alle 14 in piazza della Repubblica: da lì si snoderà un festoso corteo, con tanto di palloncini colorati, che vedrà la partecipazione di famiglie, bambini, nonni. Sarà un vero momento di festa, con questo evento vogliamo infondere gioia e speranza nella bellezza della vita, quando viviamo, ormai da parecchi anni, un drammatico momento di inverno demografico. Il corteo passerà per via Cavour per arrivare infine a piazza San Giovanni, dove sarà allestito il palco per l’incontro finale. Proprio nell’ottica della festa abbiamo invitato a esibirsi un gruppo rock molto apprezzato, i The Sun, che, a suo tempo, hanno suonato anche per papa Francesco, per papa Benedetto XVI e alle Giornate Mondiali della Gioventù. Sempre sul palco di piazza San Giovanni, avremo testimonianze di donne che hanno avuto a che fare con l’aborto, alcune praticandolo, altre cambiando idea, grazie ai Centri di aiuto alla vita. La manifestazione si concluderà con un mio discorso a nome delle oltre cento associazioni che hanno aderito all’evento. Il saluto finale sarà un arrivederci: la nostra volontà è quella di ripetere ogni anno, a maggio, questa manifestazione per la vita. Naturalmente mi soffermerò anche sui princìpi che animano l’evento e in cui fermamente crediamo.
Quali principi ribadirete in particolare?
In sintesi, vogliamo che la vita sia difesa e rispettata dal concepimento alla morte naturale, per cui le derive antropologiche come il cosiddetto «diritto all’aborto» o il diritto di morire attraverso il «suicidio assistito» o l’eutanasia devono essere bandite dal nostro Paese. Nei momenti opportuni prenderemo posizioni anche molto ferme contro le leggi abortive permissive, contro le leggi eutanasiche, contro la morte volontaria medicalmente assistita. Combatteremo la buona battaglia della vita, contrastando con convinzione quella che papa Francesco chiama la «cultura dello scarto». Ci poniamo dalla parte dei più deboli, dei disabili, dei bambini ammalati che nascono imperfetti, partendo dall’assunto per noi quasi “dogmatico” che ogni vita ha un valore inestimabile, è degna di rispetto e meritevole di aiuto, sostegno e accudimento, specie in situazioni di fragilità o disabilità. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare alla nazione e anche alle forze politiche, alle quali diremo che il popolo della vita è presente, è forte e non ha nessuna intenzione di deporre le armi di fronte a leggi che spacciano l’eutanasia o il suicidio assistito, come fosse una nobile azione sociale o una forma di pietà.
«Scegliamo la vita» nasce sulla falsariga della precedente Marcia per la Vita che si è tenuta ogni anno, per tutto lo scorso decennio. Quali saranno gli elementi di continuità e quali le novità?
C’è sicuramente continuità sul tipo di manifestazione pubblica che si tiene e sui valori che trasmette, in cui crediamo. La discontinuità è sul profilo pratico e organizzativo: sono cambiate le persone che promuovono l’evento, con Maria Rachele Ruiu e il sottoscritto alla guida del comitato organizzativo. Sarà diverso anche l’approccio. Nelle Marce del passato, probabilmente, si poneva l’accento soprattutto sugli aspetti più dolorosi e pesanti dell’aborto, in quanto uccisione di un bambino: tutte cose purtroppo verissime ma, da quest’anno, vogliamo soprattutto accendere i riflettori sulla speranza della vita. Non vogliamo giudicare nessuno, la nostra è una manifestazione per la vita, non è contro nessuno. Siamo assolutamente convinti che la mamma che abortisce sia una povera vittima, alla quale deve andare tutta la nostra comprensione e solidarietà.
Altra peculiarità di quest’anno è la compartecipazione di oltre un centinaio di associazioni che appoggiano l’evento, dando il proprio contributo organizzativo: si punta ad una maggiore “coralità” e collaborazione nell’ambito del mondo pro-life italiano?
Potremmo dire che questa manifestazione lancia un’“OPA” a tutte le manifestazioni che credono nella vita e nella famiglia. Aver ricevuto l’adesione di più di un centinaio di associazioni è davvero un bel risultato. Speriamo che questo orizzonte possa ulteriormente allargarsi, poiché, a volte il popolo della vita si mostra frammentato. Noi, al contrario, vogliamo lanciare un messaggio di unità. Oltretutto, non è nemmeno una manifestazione “di cristiani”, né tantomeno “di cattolici”. Saranno presenti anche persone che non credono in Dio ma credono molto nella vita e nella famiglia, assieme a rappresentanti di altre religioni, tra cui evangelicali, pentecostali, ortodossi e musulmani che hanno aderito attraverso l’UCOII. Il nostro slogan è «Scegliamo la vita». Un sotto-slogan potrebbe essere: «La società non perde nulla se nasce un bambino in più». Ecco, noi vorremmo incoraggiare a far nascere qualche bambino in più, l’Italia ne ha uno spaventoso bisogno.
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