Non c’è stata partita. La settimana scorsa l’atleta maschio «Lia» Thomas, autorizzato a gareggiare nelle 500 yard stile libero femminili poiché si sente donna, ha dominato le sue avversarie in una vasca di Atlanta. Ha persino superato di 1’’75 Emma Weyant, argento olimpico nei 400 misti ai Giochi olimpici di Tokyo dell’estate scorsa. «Lia Thomas» è stato così il primo transgender a vincere in assoluto un titolo NCAA (la Federazione riservata ai college statunitensi).
La posizione di DeSantis
Non tutti però hanno accettato di tributare la vittoria dell’atleta maschio «Lia» Thomas come un modello di inclusione. Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha infatti rifiutato il verdetto riconoscendo come vincitrice della gara la Weyant. «La NCAA sta fondamentalmente facendo sforzi per distruggere lo sport femminile», il commento del governatore repubblicano. «Stanno cercando di minare l’integrità della competizione e stanno incoronando qualcun altro campione femminile. Stanno mettendo l’ideologia prima delle opportunità per le atlete». Poi su Twitter ha rincarato la dose: «In Florida, rifiutiamo queste bugie e riconosciamo Emma Weyant di Sarasota (città della Florida-ndr) come la migliore nuotatrice femminile nei 500 Yard stile libero».
Le pressioni sulla NCAA
In realtà le polemiche per la partecipazione di «Lia» Thomas in competizioni di nuoto femminili non sono nuove. Tant’è che la NCAA, sotto pressione, nei giorni scorsi ha scelto di rivedere le sue linee guida sugli atleti trans che chiedono di gareggiare con le donne. Lo ha fatto scaricando le responsabilità su ciascun organo di Governo. E così il giorno dopo l’organo di Governo del nuoto ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di «credere fermamente nell’inclusività e nell’opportunità per tutti gli atleti di sperimentare lo sport del nuoto in modo coerente con la loro identità ed espressione di genere».
L’insofferenza delle compagne
Le compagne di squadra di «Lia» Thomas si sono chiuse in un rigoroso silenzio sulla vicenda. Nessuna di loro è uscita allo scoperto, forse per paura di finire nel tritacarne mediatico del «politicamente corretto». In modo anonimo, tuttavia, hanno fatto filtrare il loro malcontento, accusando «Lia» Thomas di essere arrogante e di non preoccuparsi del punto di vista delle compagne di squadra biologicamente femmine. Di questa comprensibile insofferenza nei confronti delle follie gender ha scelto dunque di farsi interprete il governatore Ron DeSantis, non nuovo a scelte coraggiose contro il pensiero unico LGBT+, come «iFamNews» ha raccontato.
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