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Vietato dire che le donne partoriscono

Il caso grave di Milli Hill: quando il linguaggio politicamente corretto fa violenza alle donne

Cristina Tamburini di Cristina Tamburini
18/07/2021
in Cultura, Editoriali
1.3k
Reading Time: 4 mins read
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Bimbo e mamma alla nascita

Image by Sanjasy from Pixabay

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Last updated on Luglio 23rd, 2021 at 01:54 am

Milli Hill, fondatrice del Positive Birth Movement, una rete di 400 gruppi di sostegno per le donne incinte, autrice di veri successi sulla salute femminile, è stata «cancellata» per aver suggerito – in un commento a un post di Instagram – che la violenza durante il parto è commessa contro le donne e non contro le «persone che partoriscono». Insomma, che a partorire sono le donne e non un qualche essere generico, più o meno sessuato ad libitum.

Esclusa perché non abbastanza “inclusiva”

Amy Gibbs, CEO di Birthrights, una charity che si batte per i diritti umani durante il parto e con cui la Hill ha lavorato per anni, è «preoccupata per i commenti […] sulla violenza ostetrica».  Cioè preoccupata per la valanga di odio che ha colpito una donna che da anni si batte per i diritti delle donne? Macché! Preoccupata, al contrario, per quel che «potrebbe accadere a persone non binarie o trans che partoriscano». Sì, proprio così: “uomini che partoriscano”, ovvero i cosiddetti «papà cavalluccio». Il “danno” che l’affermazione «solo le donne partoriscono» potrebbe portare alla sensibilità di una esigua (ma evidentemente potente) minoranza di persone, porta la Birthrights a chiudere l’importantissima collaborazione con un’opera di sostegno alla maternità che non si piega al politicamente corretto.

In “buona” compagnia

Era già toccato all’ostetrica Lynsey McCarthy Calvert, costretta alle dimissioni dall’Organizzazione nazionale per l’ostetricia per avere scritto su Facebook che solo le donne possono partorire. E pure a Maya Forstater, licenziata per aver affermato che «gli uomini non possono trasformarsi in donne».  

E persino la scrittrice J.K. Rowling – definita ridicolmente «transfobica», lei che non ha nulla contro gli LGBT+ ma molto buonsenso sì – era finita sulla graticola un anno fa per avere twittato «Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne a livello globale viene cancellata».

dal profilo Twitter di J. K. Rowling

Chi paga? Ancora le donne

Morale, Milli Hill ha chiuso Positive Birth e a pagare saranno solo le donne, tutte, meno tutelate, meno difese, meno supportate nelle fragilità, spesso esposte a violenza vera, quella subdola e mal riconosciuta, che ne vede 4 su 10 dichiarare di aver subito azioni «lesive della propria dignità personale» in forma di maltrattamenti fisici o verbali durante il parto.

«Si definisce violenza ostetrica quell’insieme di azioni contro la donna che si trova a dover ricevere assistenza ostetrica. Si esplicita attraverso un trattamento aggressivo verbale o fisico, deliberatamente nocivo. Alcuni di questi trattamenti sono chiaramente contro la donna e contro il bambino e implicano l’obbligo di partorire in posizioni dolorose oppure attraverso azioni chirurgiche inutili (taglio cesareo o episiotomia), oppure l’allontanamento fisico tra i due impedendo l’allattamento». Rachele Sagramoso, ostetrica

Eppure resta anche da questo episodio assurdo e brutto del paradosso transumano che vorrebbe eliminare il concetto stesso di violenza contro le donne trasformandola in «violenza di genere». «I will not be silenced», risponde la Hill, a nome di tutte le donne colpite da questa nuova e subdola forma di violenza operata tramite una «terminologia offuscante che non è in grado di nominare le persone oppresse».

Tags: HighlightVetrina
Cristina Tamburini

Cristina Tamburini

Cristina Tamburini, laureata in Filosofia con una tesi in Antropologia filosofica sull'utilitarismo contemporaneo, moglie e mamma di sette figli, non ha mai abbandonato lo studio e la passione per l’antropologia filosofica, l’etica e la bioetica. Ha tradotto in italiano diversi testi, fra i quali Azione e condotta: Tommaso d’Aquino e la teoria dell’azione di Stephen L. Brock e Intenzione di G. Elizabeth M. Anscombe, estendendo i propri interessi alla Teologia (in particolare all’Escatologia e alla Dottrina sociale della Chiesa). Ha curato il blog Sì, sono tutti miei! per raccontare e approfondire il maternage e la quotidianità in una famiglia numerosa.

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