Last updated on Gennaio 3rd, 2022 at 07:34 am
L’aborto non-illegale negli Stati Uniti d’America, emblema dell’aborto come “diritto” in tutto il mondo, è una menzogna per diversi motivi. Mi soffermo qui su uno solo.
L’aborto venne introdotto nell’ordinamento giuridico statunitense con la sentenza con cui, il 22 gennaio 1973, la Corte Suprema federale chiuse il caso Jane Roe, et al. v. Henry Wade, District Attorney of Dallas County, comunemente chiamato «Roe v. Wade», che dichiarò l’aborto non-illegale in tutto il Paese.
La «Jane Roe» di quel caso era il nom de plume di una ragazza che si disse fosse rimasta incinta a seguito di uno stupro e che quindi fece di tutto per poter sopprimere la creatura che portava in grembo alla luce del sole. Solo che era una bugia volgare.
La ragazza si chiamava Norma McCorvey (1947-2017). Era nata Norma Leah Nelson il 2 settembre 1947 a Simmersport, in Louisiana. Crebbe a Houston, in Texas, in una famiglia di Testimoni di Geova più improbabili che mai. Il padre, Olin Nelson, abbandonò la famiglia quando lei aveva 13 anni (morirà il 27 settembre 1995) e il divorzio dei suoi seguì in modo praticamente automatico. Norma e il fratello James rimasero allora con la madre Mildred Sanderfur (1923-2013), nota come «Mary», alcolizzata e violenta. I primi problemi con la giustizia Norma li ebbe attorno ai 10 anni. All’epoca frequentava una scuola cattolica. Rubò dalla cassa di un benzinaio scappando poi con un’amica a Oklahoma City. Con l’inganno, lei e l’amica riuscirono a prendere in affitto una stanza di albergo per essere poi scovate due giorni dopo da una inserviente a scambiarsi baci saffici. Norma fu quindi presa in carico dalle istituzioni pubbliche e iscritta in una scuola femminile del Texas. Ogni volta che tornava a casa, ne combinava una apposta per essere rimandata nell’istituto. Al termine, aveva 15 anni, andò a vivere con un cugino di sua madre, che a quanto pare la violentò per settimane.
Nel ristorante dove andò a lavorare incontrò Elwood «Woody» McCorvey e a 16 anni lo sposò nel 1963; lui, del 1940, di anni ne aveva 23. Comunque sia, nel 1965 il loro matrimonio era già finito. In quello stesso anno Norma diede alla luce Melissa.
A quel tempo Norma era tornata a vivere con la madre. Beveva come una spugna, proprio come la mamma, e assumeva pure droghe. Confessò anche di essere lesbica (convivrà per 35 anni a Dallas con Connie Gonzales, morta nel 2015). Approfittando di un week-end che Norma trascorse fuori porta con gli amici lasciandole la piccola Melissa da accudire, mamma Mildred denunciò Norma alla polizia per abbandono di minore e alla fine, con l’inganno, riuscì a farle firmare i documenti necessari a farsi nominare custode della nipotina e così procedere alle pratiche di adozione. Poi buttò la figlia in mezzo alla strada. Norma diede poi alla luce un secondo figlio e nel 1967 diede in adozione anche questo.
Nel 1969 restò incinta per la terza volta (di un terzo uomo) e questa volta certi suoi amici di Dallas, dove si era stabilita, le consigliarono d’inventarsi uno stupro di gruppo. Lei lo fece, ma mancavano le prove e gl’inquirenti le bloccarono l’accesso all’aborto, permesso allora in Texas solo in casi di violenza e incesto. Cercò allora l’aborto clandestino, ma le cliniche utili erano state chiuse dalle autorità. Adì dunque le vie legali, ed è qui che entra in gioco Sarah Ragle Weddington che, con la collega Linda N. Coffee, assunse le difese di Norma. La grande truffa, giunta in porto il 22 gennaio 1973, ha comportato la soppressione di milioni di bimbi statunitensi.
Sulla Weddington si sono poi accese le luci della ribalta. Divenne una vera campionessa del femminismo rampante: prima nella Camera dei deputati del Texas con i Democratici, poi nella Casa Bianca di Jimmy Carter come consigliere speciale del presidente e infine come docente universitario (nella Texas Woman’s University di Denton e nell’Università del Texas di Austin). Ha scritto pure diversi libri, propagandando l’aborto.
Perché scrivo tutto questo? Perché mi piacciono le storie che finiscono bene e perché le persone debbono avere ciò che si sono meritate nella vita.
Norma McCorvey si è spenta nel 2017 a 69 anni dopo essersi convertita al cristianesimo, avere abbandonato la vita omosessuale, essere divenuta cattolica ed essersi trasformata in una paladina pro-life. Sarah Weddington è scomparsa il 26 dicembre a 76 anni. Nell’ultimo suo momento si sarà vista scorrere l’intera propria esistenza davanti agli occhi. Le auguro, di tutto cuore, ogni bene.
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