Siamo tutti Päivi Räsänen

Davanti all’ambasciata finlandese per ribadire l’ovvietà della libertà religiosa e di pensiero

Päivi Räsänen

301.962 firme. Tante sono state (dato aggiornato a stamattina) le sottoscrizioni raccolte da «CitizenGo», a difesa di Päivi Räsänen, l’ex ministro finlandese degli Interni, contro la quale, proprio oggi è iniziato a Helsinki un processo per “omofobia”. La Räsänen rischia ora fino a due anni di carcere. Le colpe? Avere, in più occasioni, menzionato san Paolo per dire che i sessi sono solo due e che l’omosessualità è contraria all’insegnamento della Bibbia..

Un appello al ministro della Giustizia di Helsinki, Raija Toiviainen, è stato lanciato oggi pomeriggio a Roma, durante un sit-in organizzato dalla stessa «CitizenGo», davanti all’ambasciata di Finlandia presso la Santa Sede, alla presenza di politici e fi membri dell’associazionismo cattolico e pro family. Quello in atto nella capitale finlandese è «un processo scandaloso che non riguarda solo Päivi Räsänen, ma ogni cittadino libero europeo e del mondo, ogni cristiano», dichiara Matteo Fraioli, direttore delle campagne di «CitizenGo». L’iniziativa giudiziaria contro l’ex ministro suscita «paura e sconcerto», in quanto costituisce un «attacco ai diritti fondamentali della libertà d’opinione e della libertà religiosa», riconosciuti dalle costituzioni nazionali dei paesi europei, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. L’eventuale condanna della Räsänen rappresenterebbe un «precedente politico che vedrebbe nell’espressione cristiana qualcosa di odioso, qualcosa di criminoso», aggiunge Fraioli, sottolineando che manifestazioni a favore dell’ex ministro sono state convocate da «CitizenGo», davanti a un gran numero di ambasciate finlandesi nel mondo, mentre la petizione è stata consegnata al procuratore generale di Helsinki.

L’oscurantismo dei cristianofobici

Tra i politici presenti al sit-in vi era anche l’europarlamentare Simona Baldassarre, che ha annunciato un’interrogazione alla Commissione Europea, «a tutela non solo di Paivi Räsänen, ma di tutti i cittadini europei». Il rischio è quello di un ritorno ai «metodi oscurantisti» del «colpirne uno per educarne cento», in un’Europa da cui ormai sono attese «risposte concrete sulla libertà di parola, di espressione e di credo».

Quella per la Räsänen rappresenta una «battaglia di civiltà in un’Europa che vanta di affermare nuovi diritti», ma che, in realtà, in nome di una «concezione relativistica» mette «tutto in discussione, finanche professare la propria fede», dice Maurizio Politi, dirigente della Lega Lazio ed ex capogruppo del Carroccio al Comune di Roma.

In rappresentanza del «Family Day» è giunto all’ambasciata finlandese Paolo Floris, secondo il quale «una costruzione europea che non si basi sulla libertà è una costruzione di una macchina burocratica che diventa il braccio armato del pensiero dominante».

Per Fabrizio Lastei, fondatore di «Militia Christi», siamo di fronte all’«ennesima e dolorosa battaglia di civiltà» che ci riporta ai «secoli bui delle persecuzioni nei confronti della libertà cristiana», in secoli in cui ai primi cristiani venivano ingiustamente imputati «delitti innominabili».

«La Bibbia non si processa»

Il senatore Simone Pillon, della Lega, ricorda poi lo scampato pericolo del «ddl Zan», il quale, se fosse stato approvato, avrebbe probabilmente già costretto molti italiani ad «alzarsi in piedi» per qualche loro concittadino ingiustamente accusato di omofobia. Ad «iFamNews» Pillon dice: «l’ex ministro finlandese Räsänen è purtroppo la prova vivente di un rischio che si corre se si segue la deriva gender e la deriva LGBT+ con le leggi sulla presunta omofobia». Tuttavia, ribadisce il senatore, «la Bibbia non si processa», né, in forza della libertà di espressione, «si processano le persone». Se è vero che il ddl Zan è stato affossato, «il rischio ancora resta», quindi l’auspicio del senatore Pillon è che, nel nostro Paese, «avremo l’intelligenza di guardare nei paesi dove queste leggi sono già in vigore come la Finlandia per renderci conto che il rischio che queste leggi diventino poi una museruola per gli oppositori politici del gender è non solo chiaro ma addirittura evidente».

Da parte propria un altro esponente della Lega, l’ex parlamentare Massimo Polledri, raggiunto telefonicamente da «iFamNews», ha dichiara: «La libertà di Päivi Räsänen è la libertà di tutti», anche in una «Europa devastata dal fondamentalismo islamico», dove la «tirannia del politicamente corretto rende «forti coi deboli e molto deboli coi forti». In questa battaglia, nella quale una vittoria importante è stata sicuramente la bocciatura del «ddl Zan», «certo non avremo dalla nostra parte Fedez, Facebook» o altri soggetti che sono «sotto ricatto economico» oppure «propendono per questo nuovo pensiero unico per ottenere un vantaggio professionale», ha concluso Polledri.

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