I genitori degli scolari dell’Istituto “I.T.C. DI VITTORIO – I.T.I. LATTANZIO” da Roma si sono rivolti all’Associazione Non Si Tocca La Famigla perché il noto marchio di preservativi Durex, si pubblicizza ampiamente nella scuola all’aperto e contro i minori. Infatti, con CIRCOLARE N. 163 EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ – PREVENZIONE E CONTRASTO AL CYBERBULLISMO ED EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI verrà proposto alle classi del triennio un incontro in orario scolastico e con l’obbiettivo di “educare all’affettività e alla sessualità”, legato al progetto “ALuciAccese”.
Alla circolare che sinteticamente informa di questa iniziativa (chi ci assicura che non vengano anche distribuiti preservativi, noto strumento di educazione affettiva serena ed equilibrata) non segue alcuna precisazione sui temi trattati nell’incontro in Aula Magna, né si chiariscono professionalità ed identità della/e “psicologa, psicoterapeuta, sessuologa, androloga” (una, due…quattro?) che parleranno alle ragazze e ai ragazzi dell’Istituto, quali materiali verranno distribuiti, quali attività si svolgeranno, quali video eventualmente verranno proposti.
Né viene alle famiglie richiesto di firmare il consenso informato preventivo, ma solo una generica liberatoria sull’uso di immagini o video dei partecipanti, da parte di Reckitt Benckiser Healthcare S.p.A. (cioè la Durex) e di Skuola Network S.r.l..
Paradossalmente è necessario invece che i genitori autorizzino i figli, nel caso lo desiderino, ad usufruire del colloquio con gli esperti che saranno possibili il pomeriggio, in orario extra scolastico.
Quindi le famiglie sono “costrette” ad accettare a scatola chiusa un progetto in orario scolastico, mentre sono tenute ad autorizzare un’attività extra scolastica.
Era infatti dovuto quantomeno fornire, così come dispone una nota Miur del 2018, dettagliate informazioni e richiesta di consenso preventivo ai genitori e in caso di dissenso prevedere l’offerta di un’attività alternativa per esonerare chi non avesse aderito.
In questo modo i ragazzi del Lattanzio Di Vittorio dovranno viversi tutto un programma, pena un’assenza sul registro, negando così al contempo la libertà di scelta alla famiglia e il diritto allo studio di quei ragazzi che si vedranno privati di un giorno di scuola. È una democrazia?
L’Assocazione NSTLF ha già inviato una lettera di segnalazione al Ministero della Pubblica Istruzione, agli Uffici Scolastici Provinciali e Regionali e stanno per procedere anche alla richiesta di una ispezione perché tutto questo è assolutamente inaccettabile.
I genitori devono rendersi parte attiva all’interno delle scuole dei propri figli perché esserci vuol dire anche proporsi e proporsi vuol dire anche vigilare, offrire percorsi alternativi anche di matrice più condivisa rispetto a quello che la scuola non di rado cala dall’alto. Proprio questa formazione e partecipazione attiva salvano il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, in modo che non resti un mucchio di carta e di parole, sorregge l’alleanza educativa dei genitori e il loro primato educativo nei confronti dei propri figli
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