Last updated on Ottobre 29th, 2021 at 04:01 pm
Tra i giovani consumatori occasionali di droga, la depenalizzazione del possesso può aumentarne il consumo, mentre le restrizioni normative possono ridurlo. Quella che può apparire come una ovvietà è il risultato di uno studio condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Basato su dati raccolti in 20 Stati europei nel corso di 20 anni tra 300mila studenti delle scuole superiori, lo studio ha preso in esame la percezione della disponibilità della sostanza e l’uso nei giovani consumatori occasionali e frequenti.
Le restrizioni dissuadono
La coordinatrice dello studio è Sabrina Molinaro del CNR-IFC. «Nelle politiche in materia di droghe viene posta un’attenzione crescente sugli effetti che queste potrebbero avere sugli adolescenti», dice. «In particolare», aggiunge, «la cannabis rimane la sostanza più utilizzata, come confermano gli ultimi risultati ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), con il 16% degli adolescenti europei che nel 2019 ha riferito di averla provata almeno una volta nella vita». La Molinaro rileva che «per i consumatori non frequenti non si rilevano aumenti significativi nella percezione della disponibilità nei Paesi che hanno decriminalizzato o depenalizzato il possesso personale di cannabis. È però diminuita di quasi 6 punti percentuali la percezione di disponibilità in alcuni Paesi dove le sanzioni sono state aumentate, come in Italia tra il 2007 e il 2014».
Un aumento del 7%
Sono state esaminate cinque riforme in materia di droghe. Ebbene, nel caso delle riforme più liberali si è registrato un aumento dei consumi di quasi il 7%, in quello delle riforme più restrittive una diminuzione di circa il 3%. Le indicazioni offerte dalla lettura integrata dei risultati sono le seguenti: «Il fatto che le riforme più liberali siano associate a un aumento dei consumi occasionali indica che fra gli studenti potrebbero aver ridotto lo stigma e la percezione del rischio correlato al consumo», dice la Molinaro. «Le politiche sia di depenalizzazione, sia di aumento delle sanzioni per il possesso di cannabis, svolgono però un ruolo limitato tra i consumatori a più alto rischio di sviluppare consumi problematici».
Campagne di sensibilizzazione
Secondo la Molinaro, più in generale, la ricerca ricorda il ruolo fondamentale di altri fattori, «come le campagne di informazione e prevenzione, sottolineando l’importanza di investire in politiche basate su evidenze scientifiche. Interventi simili possono avere un ruolo significativo nel rafforzare nei più giovani la comprensione dei rischi che possono essere associati al consumo della sostanza, indipendentemente dalla percezione della sua disponibilità».
Il referendum
Più che di informazione e prevenzione, la campagna sulla cannabis balzata alle cronache recentemente è quella per la legalizzazione. Dopo una fase online che ha raccolto 500mila firme, da qualche giorno sono stati allestiti banchetti in strada. Le adesioni raccolte dovranno poi essere consegnate entro il 31 ottobre per chiedere un referendum. «Legalizzare la cannabis si può e serve a tutti», afferma uno dei promotori dell’iniziativa, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova.
Uno studente su tre fuma
Serve sì, ma ad avere più giovani consumatori di droga, come si evince dallo studio del CNR. E già oggi, come spiegava ad «iFamNews» il magistrato Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, un terzo degli studenti italiani, il 33,6%, corrispondente a circa 870mila ragazzi, ha utilizzato almeno una sostanza drogante durante la propria vita. Un quarto, il 25,6%, corrispondente a 660mila studenti, ne ha fatto uso nel 2018. «Centinaia di migliaia di persone in età evolutiva», osservava ancora Mantovano, «subiscono dunque ogni anno una pesante aggressione al sistema nervoso, all’apparato respiratorio, alla capacità riproduttiva, per menzionare solo alcune delle voci maggiormente interessate dai danni della sostanza».