Last updated on Giugno 18th, 2020 at 12:35 pm
La battaglia per salvare le scuole paritarie è una battaglia per la libertà e per il pluralismo che coinvolge in prima persona 12mila istituti, 160mila fra docenti e altri lavoratori, oltre 1 milione di studenti. Ma che in realtà riguarda tutti, perché qui si gioca l’idea di Stato che uscirà dalla crisi del CoViD-19. È questo il manifesto uscito dal webinar intitolato Più parità per le paritarie, più libertà per tutti, che si è svolto per via virtuale lunedì 15 giugno su invito di Ricostruire e del Forum delle Associazioni familiari. Un web pressing prima del voto alla Camera sul DL Rilancio che ha coinvolto oltre 50 associazioni non profit a diverso titolo legate al mondo delle paritarie e che ha visto collegate solo su Zoom oltre mille persone. Si accende così una mobilitazione che culminerà giovedì 18 davanti a Montecitorio, con un flashmob per dare voce alle famiglie.
La politica si prende l’impegno
Inedita la trasversalità registrata tra gli esponenti delle diverse forze politiche intervenute. Per Giancarlo Giorgetti, Lega, la situazione attuale delle paritarie «è una grave discriminazione per studenti, docenti e famiglie», una situazione che va sanata, perché, ha aggiunto Maria Elena Boschi di Italia Viva, «gli insegnanti come i medici salvano le vite». Tiziana Drago, Movimento 5 Stelle, ha ricordato il proprio emendamento atto a «garantire il credito d’imposta alle scuole paritarie, consentendo alle scuole una compensazione simile a quella pensata per il bonus energia». Occorre ampliare le risorse destinate alle scuole paritarie secondo Mariastella Gelmini, Forza Italia (FI): «È una battaglia per la libertà e per il pluralismo, occorre sedersi attorno a un tavolo con tutti i capigruppo per liberare il tema scuole paritarie dalle dinamiche di scontro tra maggioranza e opposizione». Anche Piero Fassino, Partito Democratico, ha promesso impegno: «Sono stato nove anni allievo dei Gesuiti, se ho potuto fare tante cose nella mia vita, lo devo alla loro formazione. Noi ci batteremo affinché nel decreto Rilancio ci siano le risorse adeguate per garantire l’avvio del nuovo anno scolastico».
La chiusura del 30% delle scuole paritarie sarebbe «una perdita irreversibile» anche per Stefano Fassina, Liberi e Uguali, mentre il viceministro all’Istruzione, Anna Ascani, ha ricordato che «se venissero meno le scuole paritarie 0-6 anni verrebbe negato il diritto all’istruzione a centinaia di bambini in tutta Italia, e sarebbe impossibile pensare di garantire il rispetto delle distanze e delle norme anti-CoViD se gli studenti delle scuole paritarie si riversassero nelle statali».
Le associazioni chiedono azioni concrete
A fronte di questa compattezza del mondo politico, anche le richieste delle associazioni si fanno incalzanti: «È arrivato il momento di risolvere una volta per tutte», ha affermato Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni famigliari, «la disparità che esiste tra scuola statale e scuola paritaria. Lo Stato deve riscoprire il principio di sussidiarietà, secondo il quale al primo posto vengono le persone e le famiglie. E lo Stato ha il compito di aiutarle quando i loro diritti fondamentali, quali la libertà, vengono minacciati». Le paritarie infatti non chiedono soldi per sé, ha ricordato la giurista suor Anna Monia Alfieri: «La scuola paritaria svolge un servizio pubblico, senza il quale saremmo in una situazione di regime. Le famiglie devono poter scegliere».
E sono proprio le famiglie, ha aggiunto Massimo Gandolfini portavoce del Family Day, ad avere pagato il prezzo più alto della crisi, «facendo da vero ammortizzatore sociale, prendendosi cura dei bambini e dei più fragili. L’emergenza scuola paritaria è una questione di giustizia sociale». Dopo la Camera, il DL Rilancio arriverà al Senato, «e qui ci impegneremo a riprendere tutte le istanze fatte presenti oggi», ha detto Paola Binetti (FI). «Il paziente è libero di scegliere se farsi curare in una struttura pubblica o in una privata, è giusto che anche le famiglie possano scegliere dove mandare i propri figli per la loro formazione. Questo può essere l’anno della svolta, nel quale il personale docente delle scuole paritarie finalmente sarà pagato come quello delle altre scuole, ovviamente con gli stessi titoli e abilitazioni».
La strada per il DL Rilancio è ancora lunga: «Ma oggi abbiamo avuto prova che la realtà è trasversale», commenta a “iFamNews” Domenico Menorello, coordinatore dell’Osservatorio parlamentare Vera lex. «Se la situazione non dovesse cambiare, il 30% delle scuole paritarie chiuderà, e questo lo Stato non può permetterlo. E non può permetterselo. Abbiamo toccato con mano gli ideali belli incarnati nelle centinaia di persone collegate con noi, nei docenti che hanno una passione infinita per i propri studenti e nei genitori che chiedono solo di poter scegliere. Le scuole libere sono una bellissima realtà che oggi ha bisogno di tutti noi. Continueremo a vegliare perché neanche una sia costretta a chiudere».
Appuntamento quindi a giovedì 18 giugno alle 14.30 al flashmob davanti a Montecitorio per dar voce alle famiglie e alle scuole paritarie.
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