Last updated on Luglio 29th, 2021 at 02:27 am
La «DAD» incombe come uno spettro che assilla le notti di mezza estate. Nessuno o quasi vuole che il prossimo anno scolastico si apra così come si è chiuso quello precedente: con poche certezze sulle lezioni in presenza e tanta confusione sui protocolli sanitari. Su come evitare questo scenario, tuttavia, i pareri sono discordanti. C’è chi ritiene, per esempio, che l’unico modo per esorcizzare la «DAD» sia l’obbligo di vaccinazione per il personale scolastico e persino per gli studenti. L’assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, ha ventilato l’ipotesi di escludere dalle lezioni in presenza gli studenti non vaccinati: frase, la sua, che ha suscitato polemiche. Il turbinio di dichiarazioni, indiscrezioni, supposizioni agita genitori e alunni. «iFamNews» prova a portare un po’ di chiarezza parlandone con il Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, ragionando anche dei risvolti scolastici del «ddl Zan».
Sottosegretario, è verosimile prevedere per settembre uno scenario in cui le lezioni in presenza saranno riservate ai soli studenti vaccinati con gli altri relegati alla «DAD»?
Sarebbe una discriminazione inaccettabile e una negazione del diritto allo studio contro cui ci opporremo con tutte le nostre forze. Intanto non esiste un protocollo validato per gli under 12 e non c’è una legge che obblighi alla vaccinazione per il CoVID-19. La strada maestra resta quella di informare, lasciando la decisione alle famiglie per quanto riguarda i minorenni. Ma al momento nessuna Regione ha varato provvedimenti di esclusione: si è trattato solo di improvvide considerazioni di qualche assessore.
Lei sarebbe favorevole al vaccino obbligatorio per il personale scolastico?
La comunità scolastica ha risposto con grande senso di responsabilità alla campagna di immunizzazione, visto che siamo arrivati a una soglia di oltre l’80%. Nelle prossime settimane il numero di quelli che mancano all’appello diminuirà ulteriormente. Mi sono vaccinato e ho fatto vaccinare le mie figlie, ma ritengo che debba rimanere una libera scelta delle persone.
Risorse importanti per la scuola sono state stanziate nel cosiddetto «Decreto sostegni»: sono già stati utilizzati per mettere gli istituti in condizione di accogliere gli studenti in sicurezza evitando così il ricorso alla «DAD»?
I primi fondi stanziati, ben 300 milioni di euro, nel Decreto Sostegni di marzo sono stati utilizzati per l’acquisto di impianti di aerazione, ventilazione meccanica, sanificazione. Alcune Regioni, penso alle Marche, si stanno muovendo sulla stessa linea del ministero dell’Istruzione con ulteriori finanziamenti. Abbiamo lasciato gli istituti liberi di usare questi soldi in piena autonomia, fornendo delle linee guida: ogni dirigente scolastico sa benissimo cosa serve alla propria comunità.
Nella maggioranza di governo avverte unità d’intenti sul fronte della scuola oppure c’è qualcuno meno preoccupato di altri circa l’ipotesi di un ritorno della «DAD»?
Il presidente Draghi ha grande sensibilità per il mondo della scuola e fin dal suo insediamento ha ribadito la necessità delle lezioni in presenza. Diciamo che alcune componenti, penso a quelle legate alla sanità, in certe fasi si sono mostrate troppo attendiste. C’è anche chi, come il Movimento 5 Stelle, manifesta una incomprensibile nostalgia per gli sciagurati tempi del duo Azzolina-Arcuri. Come Lega stiamo svolgendo un fondamentale ruolo di pungolo affinché la scuola sia sempre più centrale nell’agenda di governo.
La Rete Nazionale Scuola in Presenza ha inviato una lettera alle Istituzioni con cui contesta il protocollo di sicurezza concepito dal Comitato tecnico-scientifico(CTS) per le scuole italiane. Tra i vari motivi di dissenso, l’obbligo di indossare la mascherina per tutto il tempo in cui gli studenti sono a scuola, che contraddirebbe le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Sull’uso della mascherina a scuola prevede qualche alleggerimento specie per i più piccoli?
Il nuovo parere che come ministero abbiamo richiesto al CTS contiene l’esplicita dichiarazione sulla necessità che i ragazzi facciano lezione in presenza e ritengo questo un passaggio fondamentale e un punto di partenza imprescindibile. L’uso delle mascherine resterà laddove non possa essere garantito il distanziamento ma, mi creda, per i nostri figli la cosa più importante è avere un anno scolastico in classe con insegnanti e compagni, senza essere di nuovo confinati dietro a uno schermo.
L’ideologia gender a scuola è un’altra questione che interessa i genitori. L’on. Alessandro Zan ha ribadito che non c’entra nulla con il suo ddl sull’omofobia: lei è dello stesso avviso?
Su questi temi la scuola è sotto attacco da tempo da parte di quel mondo politico e associazionista che lo considera un terreno ideale per propagandare le teorie più estreme sull’identità di genere. Fino a oggi sono penetrati negli istituti in modo surrettizio, spesso con l’inganno e violando il patto di corresponsabilità educativa con le famiglie. Il «ddl Zan» è una sorta di grimaldello per scardinare la porta principale e occupare militarmente il mondo della scuola, istituzionalizzando il pensiero gender e introducendo assurdi reati di opinione per chi la pensa diversamente. Come Lega saremo sempre al fianco delle famiglie italiane per impedire questa barbarie.
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