Oggi, come il 26 giugno di ogni anno, ricorre la giornata mondiale contro la droga indetta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
E infatti… riparte nei prossimi giorni l’iter alla Camera dei deputati del parlamento italiano del disegno di legge che mira a depenalizzare le droghe cosiddette «leggere», ma che leggere non sono, dopo che anche la Corte Costituzionale ha dichiarato «inammissibile» il referendum che voleva promuoverle e proporle come una sorta di male minore o di trasgressione innocente. Ma non c’è proprio nulla di innocente. I danni delle sostanze stupefacenti, tutte, sono talmente chiari e lampanti, che stupisce la protervia e la pervicacia di chi invece vuole contrabbandarle a tutti i costi.
«iFamNews» ha trattato più volte questo tema e oggi, alla vigilia del ritorno in Aula della questione, propone nuovamente la lettura di un testo approfondito che chiarisce e fuga ogni dubbio.
Droga. Le ragioni del no. La scienza, la legge, le sentenze è un libro edito dalla casa editrice Cantagalli a cura di Alfredo Mantovano, con i contributi, in ordine alfabetico, di Domenico Airoma, Daniela Bianchini, Francesco Cavallo, Massimo Gandolfini, Alfredo Mantovano, Domenico Menorello, Luca Navarini, Daniele Onori, Massimo Polledri, Roberto Respinti, Mauro Ronco.
Alfredo Mantovano, giudice della Corte di Cassazione e vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, conosce questo tema per filo e per segno e anche in un articolo pubblicato sul quotidiano Libero del 23 giugno, Ecco perché non è vero che la cannabis non fa male, ha smontato pezzo per pezzo le mistificazioni dei sostenitori della cannabis libera.
Esistono droghe «buone» e droghe «cattive»? No, tutte le droghe sono pessime, lo dimostrano le analisi effettuate sui sequestri effettuati specialmente negli ultimi anni e i danni a breve e lungo termine sono spaventosi.
Alcol e tabacco non sono anch’essi dannosi? Sì, certo, ma fatte salve le debite distinzioni legate anche all’età dei consumatori, mai nella misura e nella modalità in cui lo sono gli stupefacenti, pur richiedendo anch’essi norme rigide a tutela della sicurezza di tutti i cittadini, norme che infatti esistono e sono applicate, allo scopo di contenere il consumo.
La legalizzazione della cannabis potrebbe infliggere al crimine organizzato un colpo mortale? Affatto. Creerebbe per i malviventi qualche difficoltà organizzativa, risolvibile in breve tempo e spostando più in là l’asticella dei limiti rispetto a quanto legale: per esempio vendendo senza discrimine a chiunque, minori compresi, financo ai bambini, oppure in quantità maggiori, oppure senza vincoli per la titolazione di principio attivo stupefacente, e così via.
In nessun caso la legalizzazione sarebbe una strada vincente, proprio in nessun caso. Non resta che continuare, persino ostinatamente, a opporsi.
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