La World Athletics (Atletica Mondiale) ha annunciato il 24 marzo scorso che dalla fine di questo mese nessun atleta transgender potrà partecipare insieme a membri del sesso opposto. Ciò sostituirà la norma che consentiva agli atleti di sesso maschile di gareggiare insieme alle donne se avessero ridotto artificialmente il loro livello di testosterone al di sotto di un certo livello per dodici mesi. Il presidente Lord Sebastian Coe ha dichiarato che la decisione è stata “guidata dal principio generale che è quello di proteggere la categoria femminile”, ma ha affermato che l’organo di governo dell’atletica continuerà a lavorare sulle linee guida per l’idoneità dei transgender.
Dopo aver consultato le principali parti interessate, tra cui 40 federazioni affiliate, atleti, gruppi di transgender e allenatori, il Consiglio ha deciso che gli uomini biologici non dovrebbero essere autorizzati a gareggiare insieme alle donne a livello di élite. Il Consiglio ha ritenuto che permettere loro di farlo avrebbe “compromesso l’integrità delle competizioni femminili” e quindi “non può in tutta coscienza” permettere che le regole rimangano così come sono attualmente.
Lord Coe ha dichiarato che la decisione è “nell’interesse del nostro sport”, aggiungendo che: “Le decisioni sono sempre difficili quando coinvolgono esigenze e diritti contrastanti tra gruppi diversi, ma continuiamo a ritenere che dobbiamo mantenere l’equità per le atlete al di sopra di ogni altra considerazione”. Tuttavia, ha detto che la questione non è chiusa e che la World Athletics sarà “guidata dalla scienza sulle prestazioni fisiche e sul vantaggio maschile che si svilupperà inevitabilmente nei prossimi anni. Non appena saranno disponibili ulteriori prove, rivedremo la nostra posizione, ma riteniamo che l’integrità della categoria femminile nell’atletica sia fondamentale”.
Verrà istituito un gruppo di lavoro per stabilire le linee guida per l’idoneità dei transgender, il gruppo si consulterà con gli atleti transgender per conoscere le loro opinioni sulla partecipazione all’atletica, esaminerà le ricerche esistenti e ne commissionerà altre laddove i dati non siano sufficienti per trarre conclusioni significative, per poi formulare raccomandazioni al Consiglio mondiale di atletica leggera in merito alla futura ammissibilità. Le nuove norme annunciate, che entreranno in vigore il 31 marzo, vietano agli atleti che hanno attraversato quella che la World Athletics ha definito “pubertà maschile” di partecipare alle competizioni del ranking mondiale femminile. La World Athletics ha dichiarato che l’esclusione si applicherà agli “atleti transgender maschio-femmina che hanno raggiunto la pubertà maschile”. Bene un primo passo per tornare al buon senso della realtà ed evitare di discriminare e penalizzare le atlete donne e femmine. Basta ‘machismo transgender’ nello sport.