Last updated on Luglio 20th, 2023 at 02:36 am
Il protagonista di questa storia ha adottato il nome di Emanuela a seguito della sentenza emessa il 6 luglio scorso. Si tratta di una transgender di 53 anni di Erice. La sentenza si basa su un principio derivante da una sentenza della Cassazione del 2015 quando la Corte di Cassazione aveva consentito a un’altra donna transgender di legittimarsi come donna prima di sottoporsi all’intervento, che però nel suo caso era già pianificato. Quando Emanuela ha spiegato che non aveva intenzione di sottoporsi a un intervento, il principio è rimasto valido anche per lei.
L’avvocato Marcello Mione spiega che il principio espresso dalla Cassazione stabilisce che l’intervento chirurgico per la modifica dei caratteri sessuali non influisce sulla fondatezza della richiesta di rettifica anagrafica. Di conseguenza, nei casi in cui l’identità di genere sia frutto di un processo individuale serio e univoco, l’organo sessuale primario non determina necessariamente la percezione di sé.
Emanuela ha affermato che il fatto di non avere un organo sessuale femminile non compromette il modo in cui si percepisce, e che le sue caratteristiche fisiche non offuscano la sua identità femminile.
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