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Russia, alla duma il ddl per tutelare la famiglia

Arriva dopo tre anni di elaborazione, e con la partecipazione attiva del mondo pro-family e di diversi esperti

Pavel Parfentiev di Pavel Parfentiev
30/07/2020
in Politica
325
Reading Time: 5min read
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Russia, alla duma il ddl per tutelare la famiglia

Фото:

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Last updated on Dicembre 7th, 2020 at 03:39 am

Il 13 luglio sette senatori russi, guidati da Elena Mizulina, hanno presentato alla duma, la Camera bassa del parlamento russo, un insieme di progetti di legge finalizzati a «rinsaldare l’istituto familiare». La pietra angolare è costituita dal Progetto di legge sugli emendamenti al Codice di famiglia della Federazione russa.

Laddove alcuni recenti progetti di legge, nonostante la sottile retorica pro-family ostentata dagli autori, si siano rivelati latori di disposizioni estremamente dubbie, se non apertamente pericolose, questa volta non è così.

Il cosiddetto «Progetto di legge dei sette senatori» è rimasto in lavorazione nel Consiglio della Federazione (la Camera alta del parlamento) per quasi tre anni e alla stesura hanno preso parte attiva organizzazioni dedite alla protezione della famiglia e dei diritti parentali, esperti di famiglia e rappresentanti della Chiesa ortodossa russa.

La commissione ad interim per il miglioramento del diritto di famiglia, capeggiata dalla senatrice Mizulina, ha dunque stilato un disegno di legge ambizioso, che, se adottato, potrebbe fornire mezzi reali ed efficaci per proteggere la famiglia, i diritti parentali e il matrimonio eterosessuale (come del resto sancito nella nuova Costituzione russa).

Scopo primario del «Progetto di legge dei sette senatori» è la protezione delle famiglie dalla separazione illegale e ingiustificata dei bambini dai genitori. Infatti:

  • Il ddl dichiara che la famiglia e i valori morali del popolo russo debbono essere rispettati;
  • dà forza di legge a princìpi basilari importanti quali la presunzione della coscienziosità dei genitori (il presumere, cioè, che, in quanto tali, i genitori agiscano in buona fede, secondo i diritti e gli interessi legittimi dei figli); quando si tratta di famiglie, i princìpi guida dell’ordinamento giuridico debbono peraltro includere il rispetto per l’indipendenza della famiglia nelle questioni che la riguardano e quello per l’autorità dei genitori;
  • puntualizza la norma altrimenti ambigua che sancisce il diritto del bambino di vivere e di essere educato in una famiglia: prima la norma veniva usata come pretesto per rimuovere i bambini dalla famiglia in cui erano nati dandoli in affido, laddove ora il Codice della famiglia afferma senza tentennamenti il diritto del bambino di vivere e di essere allevato nella famiglia in cui è nato;
  • dal Codice della famiglia viene eliminata la ratio pigliatutto che consente di sottrarre i bambini ai genitori in base a interpretazioni arbitrarie;
  • sottrarre i bambini ai genitori è, in linea generale, vietato, salvo i casi in cui i genitori vengano privati dei diritti parentali o limitati nell’esercizio di essi da un giudice a seguito di un processo equo; al contempo, il ddl chiarifica i motivi che possono invece comportare tali interventi, ovvero quando i genitori risultino davvero sanzionabili;
  • nelle situazioni in cui fosse oggettivamente impossibile prendersi cura dei figli (se, per esempio, i genitori avessero commesso un reato, fossero stati arrestati o si trovassero in ospedale, e la lista dei motivi è definita in maniera chiara e stringente), potranno essere prese misure temporanee atte a proteggere i bambini. La principale è l’affido a parenti e amici di famiglia; solo quando ciò fosse impossibile, li si può inserire provvisoriamente in case-famiglia gestite dallo Stato;
  • il ddl rivede la lista, anche questa prima vaga e indistinta, dei casi in cui i bambini sono «senza le cure dei genitori», rimuovendo dal Codice il tipico linguaggio anti-family buono per tutte le stagioni, rendendolo chiaro e inequivocabile; affermare arbitrariamente che un bambino sia «senza le cure dei genitori», quando questi siano invece presenti e non abbiano compiuto nulla di male sarà insomma impossibile;
  • le autorità preposte alla tutela (i pubblici ministeri russi) hanno il divieto di entrare nelle abitazioni private per verificare se il bambino sia rimasto senza cure dei genitori se non con il consenso di chi vi abita; dette autorità non potranno più effettuare raid nelle abitazioni private per indagare sulle soffiate ricevute;
  • se i genitori non sono stati privati dei diritti parentali o limitati nell’esercizio di essi, una volta venute meno le condizioni che non permettevano loro di prendersi cura del bambino, il bambino dovrà essere immediatamente restituito loro; se altri trattengono il bambino senza ragione giuridica o in mancanza della decisione di un tribunale, la polizia deve aiutare i genitori a sanare la situazione;
  • la normativa garantisce il diritto dei genitori di coinvolgere i parenti nell’educazione dei figli, senza alcuna modulistica particolare; diventeranno retaggio del passato tutte quelle situazioni in cui le autorità avrebbero potuto sottrarre un bambino alla famiglia, definendolo «trascurato», quando per esempio la nonna lo avesse portato a fare una passeggiata;
  • stabilisce la priorità concreta dei parenti in caso di adozione o di trasferimento sotto tutela di bambini rimasti senza cura dei genitori, e la polizia è obbligata a rintracciare i parenti in vita;
  • infine vieta sia i “matrimoni” omosessuali o transgender, sia l’affido di bambini a coppie omosessuali o transgender: dopo anni di “rivoluzione” voluta dalla lobby contro la famiglia, per il diritto di famiglia è una vera controrivoluzione.

Se dunque il ddl passerà, sarà una svolta nell’opera di protezione della famiglia dalle azioni illegali dei pubblici ministeri e i genitori non dovranno più temere né la sottrazione arbitraria dei figli né il solo udire l’espressione «autorità preposte alla tutela» (i pubblici ministeri).

Serve però uno sforzo enorme, perché i nemici del ddl sono molti.

Il mondo LGBT+ e i fautori dei «diritti speciali» transgender hanno infatti già attaccato il disegno di legge, appoggiati dal deputato  alla duma Oksana Pushkina, già promotrice della legge femminista Sulla prevenzione della violenza domestica (comunemente detta «Legge sulla violenza contro la famiglia»).

Importante comunque che, durante la discussione sugli emendamenti da apportare alla Costituzione nazionale, il tema della protezione della famiglia e dei suoi valori sia emerso in tutta la sua importanza per la maggior parte dei cittadini russi.

Tags: FamigliaRussia
Pavel Parfentiev

Pavel Parfentiev

Pavel A. Parfentiev, russo, è un esperto indipendente di Diritto di famiglia e di politiche familiari da anni attivo nella difesa della famiglia naturale e dei diritti parentali, fra l’altro come membro di comitati di esperti in commissioni della duma, il parlamento russo. È autore di diversi libri sulla storia della Chiesa, di una monografia sulle tematiche cristiane nell’opera di J.R.R. Tolkien e del primo manuale in russo sugli aspetti giuridici dell’istruzione parentale. Amministratore delegato del FamilyPolicy.Ru e presidente di For Family Rights, Pavel guida le campagne in lingua russa di CitizenGO in favore di famiglia, vita e libertà.

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