Last updated on marzo 9th, 2020 at 03:31 am
In occasione della Giornata Mondiale della Donna dell’8 marzo 2020, l’International Organization for the Family celebra i diritti delle donne fondati su ciò che la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America definisce essere i diritti inalienabili a «vita, libertà e perseguimento della felicità» conferiti dal Creatore. Il diritto alla vita di ogni donna inizia prima della nascita, come dichiara la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU): ogni fanciullo «[…] necessita di una protezione e di cure particolari, ivi compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita».
Proteggere le donne dopo la nascita è altrettanto urgente. «Non c’è responsabilità più sacra di quella che il mondo ha verso i bambini», ha dichiarato il segretario generale dell’ONU Kofi Annan. E questa responsabilità viene garantita al meglio da ciò che la citata Convenzione sui diritti dell’infanzia definisce «[…] la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli», «riconoscendo che il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione».
L’ambiente della famiglia «naturale» ‒ linguaggio che riecheggia quello della Dichiarazione universale dei diritti umani, dove la famiglia viene definita «[…] nucleo naturale e fondamentale della società» ‒ presuppone una madre, il cui ruolo, nelle parole del segretario generale Ban Ki-moon, «è vitale per lo sviluppo sano dei bambini […]. Nel nostro mondo in continuo cambiamento ci troviamo ad affrontare sfide molteplici, ma un elemento rimane costante: l’importanza imperitura delle madri e il contributo inestimabile che esse danno alle generazioni del futuro». L’altro elemento della famiglia naturale lo ha sottolineato il presidente Ronald Reagan (1911-2004): «I padri svolgono un ruolo indispensabile nella formazione di famiglie vive e integre. Servono da modelli e da guide per i loro figli e per loro figlie, e aiutano a trasmettere l’eredità della nostra civiltà alla generazione successiva».
Insieme, «i ruoli del padre e della madre» uniti nel matrimonio costituiscono ciò che il filosofo statunitense Michael Novak (1933-2017) definisce «il centro assolutamente vitale della forza sociale», o, per usare le parole di Papa Francesco, «[…] un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società». E «[…] alla base del matrimonio e della famiglia», sta la «[…] complementarietà tra uomo e donna», che risponde al diritto dei figli «[…] di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva». In altre parole, l’uomo e la donna hanno diritti uguali, ma talenti distinti, meravigliosamente progettati per lavorare di concerto a beneficio di sé stessi, dei figli e della società nel suo insieme. Non c’è da stupirsi che la Dichiarazione universale dei diritti umani riconosca la famiglia naturale come l’unica unità umana portatrice di diritti intrinseci e meritevole di protezione da parte dalla società e dallo Stato.
Ironia della sorte, alcune delle maggiori minacce alla famiglia naturale ‒ e quindi ai diritti delle donne ‒ si presentano oggi sotto la forma di politiche che sembrano invece proteggere i diritti delle donne. «Nel nostro tempo», ha dichiarato Papa Francesco, «il matrimonio e la famiglia sono in crisi» a causa di una «[…] rivoluzione nei costumi e nella morale [che] ha spesso sventolato la “bandiera della libertà”, ma [che] in realtà […] ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili. È sempre più evidente che il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani».
Chiediamo allora che la protezione dei diritti delle donne venga garantita sia prima sia dopo la nascita, includendo in ciò la difesa della famiglia naturale, ambiente ideale dello sviluppo; il rifiuto di qualsiasi proposta politica che batta la falsa bandiera della libertà, ma che in realtà mini i diritti delle donne; e l’attuazione della disposizione della Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo cui «la maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza». È in gioco il futuro non solo delle donne, ma dei bambini che le donne allevano e della società che questi costruiscono.