Partigiani degli stereotipi, vogliamo uscire dalla «Convenzione di Istanbul»

Lo chiediamo al governo antifascista perché è una imposizione fascista di bugie smentite dalla realtà

Li chiamano «stereotipi». Image from Google Images

Last updated on Agosto 11th, 2020 at 03:28 am

Premessa

«In un mondo di gente che fugge, chi si muove nella direzione opposta sembrerà scappare»: T.S. Eliot (1988-1965), The family reunion, Part II, The Library, after Dinner, Scene II, Faber and Faber, Londra 1939, p. 114.

Svolgimento

1. Oggi il governo polacco avvia il processo di uscita dalla Convenzione di Istanbul, la grande bugia che vuole imporre a tutti amenità di eterna memoria come l’idea che il gender siano «ruoli […] socialmente costruiti» e che si viva tutti in un mondo dominato da «modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini».

2. Ricordando al vigente governo italiano, fiero di essere antifascista, che ogni imposizione è fascista, chiedo come si possa tollerare che un organismo sovranazionale possa imporre all’Italia assurdità come quelle contenute nella Convenzione di Istanbul e smentite dalla realtà osservabile da tutti in ogni momento.

3. L’Italia ha approvato la Convenzione di Istanbul il 19 giugno 2013, dopo il voto unanime della Camera dei deputati e i 274 voti favorevoli del Senato , unico astenuto Roberto Calderoli, della Lega Nord, complimenti. Quindi in Italia la Convenzione di Istanbul è legge. Quindi in Italia il gender sono «ruoli […] socialmente costruiti». Quindi nello Stivale viviamo dominati da «modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini».

4. Se non si ribellano a questa frode, domandando al governo italiano di uscire dalla Convenzione di Istanbul come ha benemeritamente iniziato a fare la Polonia e come ha già benemeritamente fatto l’Ungheria, che non l’ha ratificata, significa che gli italiani credono tutti a quelle bugie.

5. È così?

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