Paesi Bassi stupefacenti: ci si droga più che altrove

Diminuiscono sì i morti, ma è uno specchietto per le allodole. Anche un solo decesso è troppo

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Last updated on marzo 23rd, 2020 at 06:43 am

Nel 2018, il 7,5% della popolazione adulta dei Paesi Bassi ha fatto uso di cannabis negli ultimi 12 mesi, il 4,6% nell’ultimo mese e l’1,6% su base giornaliera o quasi giornaliera. L’1,6% ha assunto cocaina nel corso dell’anno e circa un terzo di costoro lo ha fatto a cadenza mensile o anche più spesso. L’uso quotidiano o quasi di cannabis ha dunque interessato circa l’1,6% della popolazione adulta, cioè 220mila persone, molti di più rispetto alle 140 mila dell’anno precedente. Insomma, i Paesi Bassi consumano cannabis, cocaina, ecstasy e anfetamine con una media parecchio al di sopra di quella europea. Notevole, e in ascesa, è pure il consumo di medicinali per cui è necessaria ricetta medica, che invece vengono assunti senza averla ottenuta.

Lo riporta NL Times, il quotidiano in lingua inglese dei Paesi Bassi, riferendo dati diffusi dal Trimbos Instituut di Utrecht, un team di 200 specialisti in salute mentale e assuefazione ad alcol, tabacco e droghe.

Ora, chiedersi che razza di società sia una che presenti numeri di questo tipo non è certo fare del moralismo. Né vale la foglia di fico di un’altra rilevazione, quella del Centraal Bureau voor de Statistiek, l’Istituto nazionale di statistica, che riferisce del calo di decessi per droga: 224 nel 2018 contro i 262 del 2017. Per due ragioni: anzitutto perché non è affatto necessario arrivare alla morte per toccare con mano il danno causato da ogni tipo di droga (che siano “leggere” è una finzione, come dicono gli esperti), in secondo luogo perché comunque ben 224 persone sono morte nel 2018 a causa della droga. Una sola sarebbe già un numero esagerato.

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