Last updated on Dicembre 1st, 2021 at 04:40 am
Cris (qualcuno scrive «Chris») Galera ha 33 anni (qualcuno dice 31, mai chiedere alle donne). Brasiliana di San Paolo e curve al posto giusto, fa la modella, di lingerie. In settembre si è sposata. Adesso però divorzia, dopo soli 90 giorni. Divorzia perché si è resa conto di avere sposato la persona sbagliata. Ha infatti incontrato qualcun altro, se ne è innamorata, ha iniziato una relazione e quindi ricorre al divorzio “riparatore”.
Storie di tutti i giorni, canterebbe qualcuno, nel nostro mondo che va così, un mondo in cui si cambiano le mogli e i mariti come si cambiano i pedalini.
Invece no. Perché in settembre la procace Cris ha “sposato” se stessa e dunque adesso “divorzia” da se stessa. Si era “sposata” con la persona sbagliata, se stessa, e adesso prende le distanze appunto dall’errore, se stessa. Però commenta che finché è durato è stato bello.
Ridete, sì ridete pure, voialtri: l’ho fatto anch’io leggendo la notizia. Ma in realtà c’è solo da piangere.
Siamo giunti infatti alla permutazione di tutti i valori, alla sovversione del linguaggio, al naufragio della ragione, all’ammaloramento dello spirito. Noi siamo oramai solo ciò che decidiamo di essere e che ci immaginiamo di essere. I profeti dell’«utopia concreta», che gridavano «tanto peggio per i fatti», erano solo dilettanti che si baloccavano con ninnoli intellettuali.
Qui invece si fa sul serio, s’inverte tutto ciò che sa di umano. E la cosa sempre più terrificante è che la maggior parte di noi trova la storia di Cris assolutamente normale, forse persino esemplare, e che domani avremo già voltato pagina pronti a digerire subito anche la prossima sciagura. Sempre più è vero, quotidianamente, quanto diceva il grande Gilbert K. Chesterton (1874-1936) in Eretici, nel lontano 1905, «fires will be kindled to testify that two and two make four. Swords will be drawn to prove that leaves are green in summer», «fuochi verranno accesi per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che in estate le foglie sono verdi». Noi, discepoli delle cose che sono e cultori dell’ovvio, cavalieri dell’evidente e guerriglieri della normalità, guastatori dell’assurdo e sabotatori del surreale, fondiamo dunque oggi, in un sabato qualsiasi, il «Club delle foglie verdi». Il tesseramento ufficiale è aperto.