Last updated on Febbraio 16th, 2021 at 05:54 am
La UE forza l’ideologia LGBT+, ma perde
- Una settimana di passione e alla fine le ragioni di Polonia e Ungheria, che hanno difeso la propria identità culturale contro la tentazione totalitaria dell’Unione Europea, hanno prevalso. Per questo ora “iFamNews” dice grazie a Varsavia e a Budapest con una lettera che tutti suoi lettori e amici possono sottoscrivere.
- Certo il meccanismo di condizionalità, per il quale i fondi europei per ricostruire i Paesi dopo la pandemia dovranno rispettare lo Stato di diritto, rimane, ma è talmente ben definito che non potrà essere usato per distruggere né Polonia e Ungheria, né l’identità culturale degli altri Stati membri.
- Una buona notizia se si pensa ‒ lo ha scritto il direttore Marco Respinti ‒ alla bolla di parole vuote che ha caratterizzato le celebrazioni dell’anniversario, caduto il 10 dicembre, della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’interpretazione datane dall’Unione Europea, scritta a quattro mani dal Commissario per l’eguaglianza, Helena Dalli, e dalla Commissaria per i diritti umani, Dunja Mijatović, è semplice: chi non rispetta l’ideologia LGBT+ e l’idea di una immigrazione di fatto senza regole non rispetta i diritti umani e non può far parte dell’Europa comunitaria. Sarà un caso che entrambi i Commissari provengano dalle fila della galassia Open Society di George Soros?
In Australia invece vince
- Terribile la decisione del parlamento dello Stato australiano di Victoria. Dopo settimane di discussioni è stata approvata la legge che vieta le cosiddette terapie riparative, e la cosa è davvero terribile poiché la norma approvata supera di gran lunga e pericolosamente i limiti di ogni assennata protezione di chiunque da pratiche coercitive. «Una legge che proteggesse le persone avrebbe il mio appoggio pieno», ha commentato l’arcivescovo di Melbourne, Peter Comensoli. «Il problema è che questa legge non si limita a fare ciò che afferma. Prende di mira la preghiera e mostra di voler imporre il silenzio ai credenti che così non potranno più manifestare ciò con cui credono in modo aperto, onesto e leale. La legge viola il diritto di genitori e figli di parlare in modo chiaro e onesto gli uni con gli altri. Priva gli adulti della possibilità di cercare quelle guide e quei sostegni pastorali di cui avessero bisogno su questioni profondamente personali».
- La legge australiana, infatti, non solo bandisce le terapie riparative, ma sanziona con multe che possono arrivare addirittura sino a 10mila dollari australiani e dieci anni di carcere chiunque le promuova.
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L’aborto sudamericano
- Molto male in Argentina dove, venerdì 11 dicembre, la Camera dei deputati ha confermato, come due anni orsono, l’appoggio alla riforma ideata dal governo per la liberalizzazione totale dell’aborto. A nulla sono per ora servite la lettera indirizzata da Papa Francesco ai vescovi argentini e le manifestazioni popolari. Ora la parola finale spetta al Senato.
- La sfida per il rispetto della vita sin dal concepimento è del resto in corso in diversi altri Paesi dell’America meridionale. In Costarica, per esempio, il 4 dicembre il ministero della Salute ha pubblicato un regolamento, da applicarsi obbligatoriamente in tutto il Paese, in cui vengono dettagliate le diverse procedure e sostanze chimiche (misoprostolo, dinoprostone e ossitocina) atte a causare aborti prima delle dodici settimane di gestazione del bambino nel grembo materno, dalla dodicesima alla ventiquattresima settimana e pure oltre la ventiquattresima settimana. Contro si sono schierate tutte le Chiese cristiane, e la Conferenza episcopale cattolica costaricense ha ribadito l’impegno a difendere «in modo deciso e fermo il dono e il sacro valore della vita».
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I Democratici USA con la Messa
- Negli Stati Uniti prosegue la battaglia per la libertà di culto, declinazione concreta di quella libertà religiosa che è il primo dei diritti umani politici. E anche questa settimana diversi governatori Democratici hanno dovuto prendere atto dell’impossibilità di imbavagliare i fedeli cercando di impedire le cerimonie religiose.
- Tuttavia il governatore Democratico della Virginia, Ralph Northam, ha imposto regole sanitarie tali da impedire ogni cerimonia religiosa anche nei giorni di Natale.
- Intanto un sondaggio di Gallup dimostra che, dall’inizio del 2020, gli statunitensi che hanno partecipato a cerimonie religiose almeno una volta a settimana, hanno rinvigorito la propria salute mentale. Chi invece non ha voluto o potuto parteciparvi risulta più depresso, instabile e propenso a disturbi mentali.
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